Thorondir 6½ / 10 26/03/2024 10:58:56 » Rispondi Terra limite, zona grigia sterile in cui gli unici umani che riescono a trarne qualcosa sono i banditi. Ludvig vuol provare a far nascere ricchezza in una terra "del re" solo nominalmente. È la base di un vero e proprio western, con banditi, lo scontro per la terra, gli "stranieri". Ed è proprio la multipolarità del film che pone dei problemi in quanto "The Promised Land" mette veramente sul piatto troppe pietanze senza avere tempo e voglia di andare veramente a fondo: il self-made man e il capitalismo, la vacuità del potere centrale e la violenza di quello locale-signorile, il razzismo, l'integrazione, il femminismo ante-litteram. La materia è talmente ampia che risulta facile comprendere come Arcel non riesca a cavarsene fuori se non con un po' di facile avvicinamento emotivo, risolvendo alcune situazioni con un relativo buonismo che cozza con l'aspetto rude e brutale che Ludvig sembra possedere all'inizio (insomma, il trio famigliare che si sviluppa nel corso del film non sembra proprio un'azzeccatissima scelta di sceneggiatura e depotenzia interessanti nodi problematici). Anche il finale pare un po' calato come una scure. Detto ciò questo western fuori dalla grazia di Dio (finalmente un film sul passato che non si addentra in divagazioni religiose) che riflette sulle paure degli uomini e sulla loro insaziabile voglia di potere (politico, economico e di "possesso", in tutti i sensi) è un interessante episodio di cinema storico-western europeo, con la frontiera dove l'altro non è l'incomprensibile "indiano" del cinema statunitense ma il comprensibilissimo potere locale del signore-aristocratico.