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IL MISTERO DEL FALCO regia di John Huston

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stratoZ     8½ / 10  23/04/2024 17:37:54 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

L'esordio di John Huston è un giallo serratissimo, estremamente intrigante e teso, con quella sensazione di mistero che pervade tutta la pellicola, dai primissimi minuti fino al finalissimo, è il classico thriller dalla sceneggiatura ad orologeria che nella prima parte si occupa di far venire fuori sempre più elementi intriganti, complicando progressivamente l'intreccio e nella seconda si occupa di sciogliere tutti i modi, lo fa in maniera efficace senza lasciare nulla al caso, rendendo la vicenda pressoché verosimile e creando un forte pathos, nonché una mole di suspense non indifferente, per le scelte dei personaggi.

Il film non è neanche così facile da inquadrare nel giochino dei generi, potrebbe essere uno dei primi noir ed effettivamente ha tanti elementi che possono rimandare al genere che da lì a pochi anni esploderà in America, tuttavia mancano ancora degli elementi, come i dilemmi psicologici preponderanti nei personaggi, per permettere di inquadrarlo totalmente in quel genere, lo definirei di più un giallo con delle sfumature di heist movie, se proprio vogliamo divertirci ad etichettarlo, ma insomma, quisquilie, fattostà che un personaggio come quello di Mary Astor è sicuramente tra i primi esempi di femme fatale, manipolatrice, cinica e dal discreto fascino che esercita sui personaggi per arrivare al suo scopo, una sorta di burattinaia, molto acuta nelle intuizioni, che controlla i giochi dalle retrovie anche quando sembra insospettabile e, ovviamente, di cui il protagonista si infatuerà.

La trama riguarda questa statuetta, un falco maltese fatto di oro, gemme preziose e via dicendo, dal valore inestimabile che diventa l'oggetto di brama di un gruppo di avventurieri che vuole a tutti i costi entrare in suo possesso. Fin da subito Miss Wonderly si rivolge a questi due investigatori privati per pedinare un uomo, con una scusa abbastanza banale, ma la sera stessa uno degli investigatori viene fatto fuori, assieme all'uomo che stava pedinando, da lì l'altro investigatore, ovvero il personaggio di Humphrey Bogart, decide di andare in fondo alla vicenda.
Pian piano emergono sempre più fattori e si scoprono progressivamente sempre più dettagli e personaggi del film, avviene quasi tutto in interni ed è strutturato su dialoghi serratissimi che mantengono alta l'attenzione e il ritmo, col personaggio di Bogart che via via mostra un carisma crescente man mano che acquisisce le conoscenze, dal fare contenuto, tipico della recitazione dell'attore, che gigioneggia poco e interpreta un carattere dai tratti quasi impassibili, con l'intuito investigativo e una freddezza notevole, che vacilla solamente di fronte al fascino che la donna, che si scoprirà avere un altro nome e che aveva mentito fin dall'inizio, trasmette su di lui.

Buona parte della tensione del film, specialmente nella prima parte, è data dal sospetto di giocare a carte coperte, non si riesce mai ad avere la certezza che qualcuno sia pulito o sporco, se nasconde qualcosa o è effettivamente sincero, e poi ci sono diversi bei confronti, a partire dal primo incontro tra Bogart e il personaggio di Peter Lorre, tra l'altro, a mio parere due monumenti del cinema, trattato anche con una certa ironia, fino ad arrivare agli incontri con Gutman, il boss ciccione che è alla ricerca di quel falco da decenni, col sospetto sempre che brami qualcosa sotto, cosa che in effetti si rivela spesso fondata.

La potenza emotiva del film esplode nell'ultima parte, il confronto finale in cui Bogart è venuto in possesso del falco e si trova in una posizione di vantaggio nei confronti degli altri, in cui emerge anche un forte elemento di tensione sulle decisioni dei personaggi, con diversi ribaltamenti di fronte, tradimenti e marce indietro che tengono l'interesse e le palpitazioni altissime, fino ad arrivare a quel finale in cui il protagonista sceglie il suo destino e quello della sua amata.

Dalla messa in scena minimale, quasi tutto girato in interni, Huston più che su una componente visiva notevole fa leva sul carisma degli attori e con un cast del genere fa inevitabilmente centro, magari, si potrebbe dire che Mary Astor non ha lo charme delle femme fatele poi diventate di culto come la Stanwyck, la Dietrich o la Hayworth, ma è un personaggio comunque efficace nel trasmettere quella sensazione di torbido inganno, invece su Bogart e Lorre, c'è ben poco da dire.

Dalla fotografia cupa, ma non ancora così artefatta come si vedrà nei noir che verranno e una regia solida fatta perlopiù di primi piani, piani a due e intriganti dettagli, Huston dirige un cult della Hollywood Classica, che non disdegna anche una certa ironia di fondo e ci porta nel pieno di questa vicenda tra omicidi, misteri, sigari, cognac, whisky, impermeabili e cappelli, affascinantissimo e con una non troppo vaga critica alla brama umana.

"But, well, if you lose a son, it's possible to get another. There's only one Maltese Falcon."