Elfo Scuro 7 / 10 02/05/2024 04:14:58 » Rispondi Nonostante non sia nulla di nuovo per il genere a cui fa riferimento, nel dettaglio il licantropismo, e non aggiunga nessuna variazione al tema si può tranquillamente affermare che il lavoro svolto alla regia/fotografia e alla sceneggiatura da Sean Ellis sia davvero solido e svolga una più che degna rivisitazione al filone dei lupi mannari. Seguendo il tracciato mitologico riguardante la figura della Bestia del Gévaudan, il cineasta elabora una storia in cui violenza e valori familiari s'intrecciano in un'alchimia forte,anche collegandosi alle radici del mito (aggiunta pure la tematica biblica di Giuda e del folklore gitano). Il realismo del contesto storico si fa subito sentire dall'incipit in cui viene mostrata la guerra di trincea nella Battaglia della Somme, aspetto che non viene mai meno anche in tutta la fase ottocentesca in cui la pellicola svolge la sua parte narrativa più consistente, a cui poi si aggiunge la parte più horror e soprannaturale. La violenza non manca di certo (come anche sprazzi di surrealismo onirico e body horror), così come i tempi narrativi che nonostante un ritmo forse un po' blando non vengono meno al valore della storia che viene raccontata. Tra tutto il cast spicca la prova di Keilly Reilly una che tra: teatro, cinema e con la benedizione di Helen Mirren (con la quale condivide non solo le immense doti attoriali) risulta sempre sul pezzo in ogni parte che le viene affidata. Va merito anche a Boyd Holbrook di portare un personaggio credibile e come sempre ottimo nelle vesti del cacciatore. Non male la colonna sonora ad opera di Robin Foster ben in tema con le atmosfere cupe che la pellicola scaturisce. Di sicuro non è nulla di nuovo sul fronte licantropismo, però attinge in modo giusto dalle atmosfere gotiche di Mario Bava, in particolare nella messa in scena e per questo risulta un più che godibile esponente per il genere