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SOMEWHERE regia di Sofia Coppola

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stratoZ     6½ / 10  03/05/2024 12:49:12 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

La Coppola dopo quasi un decennio di buoni prodotti ci propone "Somewhere", una sorta di slow cinema che addirittura ha vinto il Leone d'oro a Venezia, personalmente è un tipo di film che mi piace abbastanza, dai ritmi molto dilatati, che lascia tempo per riflettere, dai silenzi evocativi e dalle sensazioni appena suggerite, sebbene il soggetto non sia poi tutta questa novità, con la storia di questo attore di successo che si vede palesemente è stanco della vita che sta vivendo, la celebrità vissuta come un fardello, una forte apatia nei confronti del resto del mondo, un'insoddisfazione che permea ogni azione, l'entusiasmo che sembra sparire dai radar, ogni momento, basato su piaceri effimeri, sembra non funzionare neanche più, anche il sesso sembra diventato una tediosa routine che si fa più per convenzione che per vero piacere, tra qualche festa, diverse notti insonni e qualche evento lavorativo si inseriesce anche il personaggio della figlia, forse rimasto l'unico appiglio a dei sentimenti spontanei e accettati con una predisposizione positiva, l'unica persona gradita al protagonista verso la quale tuttavia rimane il fardello dell'incomunicabilita, sebbene ci provi, esplicativa la loro separazione in cui Johnny si scusa per non essere sempre presente mentre l'elicottero sta per partire, ma purtroppo la figlia non sente per tutto il casino che c'è a causa del mezzo, così la Coppola ci mostra l'incomunicabilità tra i due, questa volta è l'elicottero, le altre volte erano gli eventi, la carriera, gli impegni e i piaceri che Johnny si è concesso risultando un padre assente.

Se la prima parte ha più un mood che può ricordare "Lost in translation", senza però una controparte sentimentale che si trova nello stesso stato - o meglio, ci sarebbero pure, ma Johnny ne cambia diverse a sera - la seconda prende più spunto dal cinema di formazione e da quei rapporti troncati tra genitore e figlia, un po' mi ha ricordato il più recente Aftersun. Nel mezzo si trovano scene che rimarcano questo blocco di Johnny nei confronti del mondo esterno e della vita che sta vivendo, dalla metafora della macchina che compie sempre lo stesso giro ai momenti in Italia in cui il protagonista vince addirittura il Telegatto - presentato dalla Ventura e Frassica e con l'esibizione della Marini, che entrano come dei fulmini a ciel sereno nella visione di qualsiasi italiano -

Personalmente lo trovo un film discreto, più per il buon stile e qualche trovata registica niente male, meno per il versante narrativo che non fa altro che rimarcare concetti già abbastanza abusati.