Il capolavoro di Lubitsch, nonché una delle commedie più belle di tutti i tempi, "To be or not to be" oltre ad essere un film dalla comicità acutissima è uno dei primi film a trattare il dramma della guerra sotto una lente diversa, mischiando più stili e generi, vero che c'erano stati già altri esempi, anche molto celebri, di commedie a sfondo bellico, scomodando i più grandi, si può pensare "The Great Dictator" di soli due anni prima, ma anche a "The General" di Keaton e "Duck Soup", qui però Lubitsch non rinuncia a nulla del suo stile, anzi lo amplia era già famoso per le screwball comedy, alcune diventate dei classiconi, qui oltre alla splendida sottotrama del triangolo tra Maria Tura, il marito Joseph e Sobinsky, l'autore aggiunge anche un significato metartistico, con questa compagnia di attori che darà una grossa mano alla resistenza polacca durante l'invasione nazista salvando molte vite, l'abilità del regista, qui in stato di grazia, è riuscire a mischiare questi elementi spionistici, col dramma bellico, con la screwball comedy e col contesto della compagnia teatrale che andrà a creare diversi momenti da commedia degli equivoci, il tutto è ottimizzato da una sceneggiatura meravigliosa, capace di ponderare perfettamente dramma e comicità, sentimenti di rivalsa, onore ed empatia con la gelosia e l'amore del triangolo amoroso, creando un film dalle sensazioni contrastanti, una commedia modernissima e coraggiosa che col suo finissimo acume lascia lo spettatore divertito, speranzoso ma anche consapevole degli orrori che il popolo polacco ha vissuto - in realtà, neanche troppo, dato che all'epoca dell'uscita del film ancora non si aveva un'idea chiara di cosa stesse accadendo nei campi di concentramento, la realtà purtroppo è risultata ben peggiore da quanto ipotizzato dagli artisti, stesso discorso varrebbe per Chaplin -
E Lubitsch ha semplicemente un manipolo di attori in forma stratosferica, poco da dire, il film ha un ritmo e una brillantezza incredibile, ogni sequenza regala qualcosa, si passa dall'inizio con le simpatiche quisquilie tra gli attori, qualche invidia sottobanco per i ruoli che vengono assegnati, la splendida gag che diventerà ricorrente di Sobinsky che si alza al "To be, or not to be", con lo sguardo distruttivo di Joseph, fino ad arrivare allo scoppio della guerra, in cui tutte le scaramucce precedenti passano in secondo piano e tutto il plot che si viene a sviluppare con gli splendidi giochi di sostituzione della compagnia teatrale e Maria - la splendida Carole Lombard purtroppo al suo ultimo film - che manipola il professor Siletsky, creando situazioni da sbellicarsi, con quell'attitudine di Joseph che si sostituirà prima alla Gestapo e poi al professore, che nel frattempo riceve informazioni sul rapporto tra Sobinsky e la moglie, cercando di reprimere costantemente la gelosia per non farsi scoprire dai nazisti, ma praticamente ogni momento raggiunge livelli altissimi, in ogni sequenza si ride, vogliamo parlare di "So they call me Concentration Camp Ehrhardt?" altra gag ricorrente fantastica col colonnello che se la prenderà sempre con i collaboratori per essere stato fregato dalla compagnia di attori.
La scena quando mettono il cadavere di Silestky nella stessa stanza di Joseph che lo sostituisce e la gag della barba che si stacca, semplicemente fantastica, con i suoi continui ribaltamenti e i tempi comici perfetti, la regia è così in sintonia con gli attori che non noti neanche i movimenti di camera, sei lì assuefatto dalla magneticità della recitazione, straordinario, ma continuo a dire, le gag si sprecano.
Alla fine della sarabanda, dietro le risate, il film è un atto d'amore verso la vita e l'arte, con la compagnia teatrale che mistificando la realtà con la recitazione riesce a sopravvivere e salvare vite, oltre che una critica alla cieca ferocia nazista e all'obbedienza incondizionata delle forze naziste ridotti a macchiette e visti come dei tonti, è stato un film comunque abbastanza coraggioso per l'epoca, considerato che la guerra era ancora in corso e i nazisti erano parecchio in vantaggio.
"What do you want from the Führer?" "What does he want from us? What does he want from Poland? Why possess us? Why? Why? Aren't we human? Have we not eyes? Have we not hands? Organs? Senses? Dimensions? Affections? Passions? Feed with the same food? Hurt with the same weapons? Subject to the same diseases? Healed by the same means? Cooled and warmed by the same winter and summer? If you prick us, do we not bleed? If you tickle us, do we not laugh? If you poison us, do we not die? If you wrong us, shall we not revenge?"