Baird dirige un'operazione interessante, la narrazione di una vicenda a carattere storico con un estro notevole, dando delle tinte quasi spionistiche ad una vicenda che sulla carta può sembrare fin troppo tecnica e macchinosa, invece, anche tramite una buona abilità nel romanzare la vicenda, ne esce un ritratto dal forte pathos, a partire dal protagonista che praticamente si giocherà tutta la sua vita in questo affare riguardante i diritti del Tetris, arrivando alla contestualizzazione storica di un'Unione Sovietica dipinta come uno stato in totale decadenza, nel quale gli ideali della popolazione, ma anche delle istituzioni, sembrano essersi totalmente affievoliti, e allo stesso tempo mostrata come un regime che limita fortemente la libertà dell'individuo, basti vedere la figura di Aleksej, creatore del gioco, neanche libero di portare una persona esterna a casa propria e le reminiscenze di una guerra fredda ancora viva nelle convenzioni, uno stato quasi autarchico, con pochi sbocchi verso l'esterno, Baird rende bene la soffocante atmosfera che si respira, mettendo nel mezzo anche personaggi in alto, dal direttore della ELORG, inizialmente visto quasi ieraticamente nella sua posizione di potere, poi diventerà un manichino in mano alle scelte istituzionali, alle spie del KBG che aleggiano inquietantemente per tutta la pellicola, come delle presenze non richieste. Questa parte pseudo thriller potrebbe essere il fattore più interessante del film.
Poi il film qualche difettuccio ce l'ha, come a mio parere una macchinosa parte centrale, quella in cui si annoda praticamente tutta la vicenda che riguarda i diritti, che rischia facilmente di far perdere lo spettatore tra un cavillo e l'altro, così come il soggetto familiare del protagonista e la solita solfa dell'uomo assente, che si perde le recite della figlia - caspita ma proprio una cosa così scontata come la recita scolastica dovevano mettere? Non poteva perdersi, chessò, una gara di pesca? - che fa di tutto per assicurare una vita migliore ai suoi familiari e rischia tutto e blablabla, diciamo che, comunque questi elementi servono ad alzare e pure di tanto, la posta in gioco, ma li ho trovati poco originali.
E poi c'è lo stile dell'opera che è carinissimo, Baird anche con una sottile ironia ci regala alcune sequenze a tema Tetris e giochini ad 8 bit, come le transizioni coloratissime, la divisione in livelli della storia o la splendida scena dell'inseguimento con le macchine che quando si schiantano si spengono i pixel, insomma belle trovate che i fan del gioco, o comunque del mondo dei videogiochi, apprezzeranno.
Alla fine è una sorta di biopic piacevolissimo, un viaggio tra la corruzione, i cavilli e il difficile mondo dei diritti d'autore, con qualche colpo di scena interessante, una forte componente drammatico-emozionale e perché no, che sfocia pure nel buddy movie.