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LA FIAMMIFERAIA regia di Aki Kaurismaki

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stratoZ     8 / 10  16/05/2024 13:03:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Uno splendido dramma, tra i miei preferiti di Kaurismaki che qui sembra arrivare al completamento dello stile che poi lo ha reso celebre, dopo due comunque buone pellicole come "Ombre nel paradiso" e "Ariel", conclude idealmente la trilogia del proletariato con questo film amarissimo e spietato, una storia d'incomunicabilità dai tratti quasi disumani, un dramma che prende le veci di un revenge movie con l'archetipo del "buono che diventa cattivo" che raggiunge le sue estreme conseguenze.

La storia parla di questa giovane operaia che lavora in una fabbrica di fiammiferi e della sua vita quotidiana, fin dalle prime immagini si vede come il lavoro che fa è lo specchio della sua vita, con questa continua catena di montaggio, fredda e asettica, ripetitiva e senza via di scampo, si passa dai momenti in fabbrica a momenti di vita vissuta in compagnia delle persone vicino a lei, dall'incomunicabilità nei confronti dei genitori, visti come dei freddi e insensibili giudicatori, bigotti e chiusi nei confronti della figlia, pronti a giudicarla e mettere il veto sulle sue scelte, come si vede quando vuole indossare un vestito un po' più sgargiante del solito o nelle successive vicende riguardanti la gravidanza, fino al rapporto con Aarne, l'uomo che sembra darle una speranza ma in realtà le spezzerà il cuore senza un minimo di riguardo, da lì la scatenata vendetta di Iris.

Ma il punto forte del film è la messa in scena che Kaurismaki dona alla vicenda, iniziando dai tempi dilatati, dai lunghi silenzi a rimarcare l'incomunicabilità, in realtà accade relativamente poco, la durata è misera, poco più di un'oretta, ma in questo tempo l'autore riesce a trasmettere un'intensità emotiva incredibile, una montagna russa di sentimenti contrastanti, perlopiù negativi, che vengono spezzati di tanto in tanto dall'ironia di fondo della pellicola che in certi punti prende le caratteristiche di una commedia nera e si diverte a giocare con tematiche più forti, come si può vedere nelle sequenze finali in cui la protagonista si vendica crudelmente con la stessa attitudine di quando si andrebbe a fare la manicure, aiutata dalle grandi prove degli attori, gelidi personaggi, dai tratti quasi robotici, che potrebbero avere l'empatia delle macchine con cui lavora Iris.

E poi ci sono gli altri elementi tipici dell'autore, dagli intermezzi musicali, pieni di canzoni della tradizione finlandese, rigorosamente ballati a testa bassa in coreografie che denunciano la loro ripetitività e la splendida fotografia pop piena di colori sgargianti, da quel rosso fuoco invadente al verde acqua, al blu notte preponderante a sottolineare la gelida ambientazione finlandese. "La fiammiferaia" è una piccola grande perla di Kaurismaki che difficilmente lascia indifferenti, un film nero e senza speranza, triste e che lascia persistere quella sensazione di amaro ben dopo la fine della visione, personalmente, tra le vette del regista.