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MIRACOLO A LE HAVRE regia di Aki Kaurismaki

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stratoZ     7 / 10  23/05/2024 16:44:48 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Kaurismaki in terra francese fondamentalmente ritorna alle sue classiche tematiche, magari con qualche implicazione sociale più contemporanea, trattando delicatamente il tema dell'immigrazione, del diverso e mischiandolo come suo solito a quello degli ultimi, "Le Havre" è un film delicato, genuino, colmo di bontà, che riempie il cuore, se vogliamo anche un po' paracul0, ma è impossibile non emozionarsi di fronte alla vicenda e alla cura con cui viene raccontata, una sorta di catena solidale, con Marcel che prenderà a cura il ragazzino africano dandogli una parte di quel poco che ha, con l'aiuto di personaggi secondari di tutto spessore come i due commercianti amici di Marcel sempre disponibili e pronti a dare una mano, con la controparte negativa rappresentata dalle forze dell'ordine, spietate e ciniche, noncuranti dei sentimenti e dello status di persona, con l'ispettore che potrebbe tranquillamente essere uno dei villain più viscidi degli ultimi decenni, così Kaurismaki da la sua visione politica, non che avessimo molti dubbi dati i trascorsi, ma insomma, riesce comunque nella sua denuncia a far risaltare i sentimenti, dall'ironia leggiadra con cui sono trattate certe situazioni, alla fortissima empatia che si può provare, aumentando il carico nella seconda parte con la malattia della moglie, andando verso quelle sue sfumature agrodolci con le sensazioni che prendono una struttura sinusoidale, gli alti e bassi che si alternano continuamente, ma il finale è una gioia per il cuore.

L'ambientazione, splendida, contribuisce a dare espressività alla vicenda, con la cittadina di Le Havre, freddo porto del nord della Francia, che trasmette tutte le sensazioni di incomunicabilità ed empatia ma anche di vita vissuta, si sposa egregiamente con lo stile del regista, tanto che potrebbe tranquillamente sembrare una città della sua cara Finlandia, e ovviamente non rinuncia ai suoi colori pastellati, ai suoi silenzi, ai suoi piani statici.

Un'exploit di emozioni, non un film perfetto, molto manicheo, con una divisione tra bene e male nettissima, così come l'utilizzo di tematiche cardine, ci mette pure il cagnolino assieme al ragazzino, insomma, è una furbata, ma in ogni caso, è un cinema dove trionfano le emozioni, gli ultimi minuti avevo le lacrime agli occhi.