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PORTO regia di Gabe Klinger

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Invia una mail all'autore del commento williamdollace     8½ / 10  24/05/2024 15:32:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prima o poi le bugie tra gli amanti diventano realtà, dice Proust, e poi c'è la stanza di Mati, un balcone, posacenere e sigarette consunte prima di essere raggiunte da altri mozziconi e un materasso sopra il pavimento qualche scatolone pochi a dir la verità e lenzuola sfatte e lei dalla bellezza con passati di pazzia che lavora al dipartimento di archeologia cercando bellezza sotto terra e vive in un palazzo vecchio senza ascensore e sapete, è ancora Porto che torna sempre, in questo film piccolo e mastodontico, insieme di vie trame e traverse pellicolari, un gioiello incastonato nel suo triste e tutto improvviso stupore che farebbe impallidire i fanfaroni di budget, e poi c'è Jake, fa lavori senza ambizione fa qualsiasi lavoro Jake, un uomo di Musil e di Dostoevskij, che si aggira gobbo fra gli scavi come ennesimo contrappasso antropologico nell'archeologico che ha a che fare con la solitudine.