L'ennesimo seguito del pianeta delle scimmie si mantiene sui livelli che ci hanno abituato gli altri due, sebbene non sia fatto così male, tuttavia è il classico film che vuole essere nient'altro che un raccordo prima dell'ultimo capitolo, il tipico film di transizione messo lì a narrare e contestualizzare senza mai esplodere, fatta eccezione appunto, per una parte finale sulla falsariga dei precedenti capitoli, in cui l'azione diventa preponderante sulla narrazione. L'opera è ambientata alcuni anni dopo la morte di Zira e Cornelius, che nel precedente capitolo avevano salvato la vita al loro figlio appena nato, ora chiamato Cesare, che ora viene protetto da Armando, nel frattempo c'è stata l'epidemia che ha sterminato cani e gatti e le scimmie sono diventate gli animali domestici dell'uomo che pian piano hanno iniziato ad acquisire nuove abilità ed intelligenza, il film si colloca nel contesto in cui le scimmie iniziano a capire il concetto di schiavitù e vi sono le prime ribellioni con Cesare, l'unica scimmia già capace di parlare, che guiderà questa ribellione, dopo che per essere protetto dalle istituzioni, si è mascherato per tanto tempo come una scimmia normale, buona parte del film ruota attorno a questo rapporto tra scimmie e umani, con questi ultimi descritti come degli schiavisti, che non rispettano la dignità delle scimmie, con Cesare stesso che viene venduto come alla tratta degli schiavi, probabile che il sottotesto sociale denunciato nel film sia proprio verso lo schiavismo.
Nell'ultimo terzo di film, con l'insurrezione delle scimmie e gli scontri con i corpi militari, diventa preponderante la componente d'azione, con qualche sequenza interessante, seppur abbastanza forzata e che mostra tutti i limiti dell'epoca, nella sua similitudine con "Rise of the planet of the apes" il film mostra tutti i suoi limiti di mezzi e di budget, perdendo inevitabilmente il confronto, con anche una certa fretta nel mostrare i risvolti finali, ne esce un prodotto che alla fine è abbastanza mediocre, dalla poca verve e che mostra quanto alla saga ai tempi era rimasto ben poco da dire.