Il primo capitolo del reboot della serie, che poi potrebbe essere un prequel del film originale, "Rise of the Planet of the Apes", è un film di fantascienza interessante, fondamentalmente lo trovo una di quelle operazioni all'interno dei franchise più giustificata, anche alla luce del fatto che Burton aveva floppato alla grande, e al fatto che la computer grafica si era evoluta di parecchio, questo episodio torna al periodo in cui gli umani erano ancora in controllo del pianeta terra e mostra le origini di quello che succederà, tirando in ballo alcune tematiche collaterali a quelle del film originale, specialmente con l'uomo e i suoi deliri di onnipotenza, il progresso scientifico incontrollato che mette a rischio la popolazione, tirando in ballo anche dilemmi contemporanei sulla sperimentazione sugli animali.
Alla fine, Wyatt si dimostra capace di creare un buon prodotto, mostrando durante la prima parte una solida introduzione, con una componente d'azione molto limitata ma una narrazione coerente, che mette in mostra tutti i contraltari, dall'importanza della terapia che stanno sperimentando, al fine di curare malattie come l'Alzheimer all'egoista animo umano oltre che alla presunzione di superiorità nei confronti del resto delle specie sul pianeta terra, ma è molto interessante l'evoluzione dei personaggi, specie di Cesare, che poi sarà una sorta di paziente zero e leader dei primati, che li guiderà alla ribellione e all'esplosione di azione che vi sarà nell'ultima parte, con delle sequenze degnissime di nota nell'inizio di una guerra tra scimmie ed esseri umani che sembrerà rivelarsi nefasta, una componente tecnica validissima, sobria e senza troppi fronzoli accompagna queste sequenze ad alto tasso di spettacolarità ma mai fine a se stesse, facendo trasparire anche l'impeto delle scimmie, fino a quel momento represse nelle loro gabbie ora finalmente capaci di collaborare e ribellarsi all'uomo.