caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

ALI' regia di Michael Mann

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Elfo Scuro     8 / 10  10/06/2024 05:18:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una mia personale ingenuità pensare che il regista Michael Mann potesse essere artefice di una regia improntata direttamente sul ring da parte sua, avendo scritto la sceneggiatura assieme a Eric Roth, Stephen J. Rivele e Christopher Wilkinson (sul soggetto Gregory Allen Howard) sceglie d'imposta la narrazione su un lato politico/intimista dannatamente accattivante, in questo non si possono che tessere le lodi visto che ripropone quanto esposto con "Insider". La regia è impeccabile, mostra la vita di Muhammad Ali partendo dal primo incontro con Sonny Listion fino ad arrivare al mitico Rumble in the Jungle contro George Foreman, per un totale di quattro incontri che si spalmano a livello emozionale su una vita incredibile (nonostante sia solo un arco narrativo riguardante il personaggio storico). Un pugile che combatte per i suoi diritti, un uomo che combatte contro tutta l'America, in questo Mann è lampante mostrando il conflitto dell'uomo e dei suoi ideali contro l'opinione politica/civile e i relativi avversari sul ring. Indubbiamente l'impostazione cinematografica regala ottimi momenti tipici della settima arte (il jogging per le strade dello Zaire parla da solo) coadiuvati egregiamente da una colonna sonora dinamica e dalla fotografia impeccabile di Emmanuel Lubezki, sotto questo punto di vista Mann dimostra la sua abilità nel genere biopic che non si sofferma su una patina Hollywoodiana ma va ben oltre. Il cast è un discorso a parte: Will Smith si consacra alla corte del regista con una delle sue migliori prove, Jamie Foxx apre le porte alla sua più collaborazione con il regista e poi tantissimi caratteristi che portano il nome di Mario Van Peebles, Jon Voight (irriconoscibile), Giancarlo Esposito, Jeffrey Wright, Ron Silver, Nona Gaye, Ted Levine, Bruce McGill, Mykelti Williamson e Jada Pinkett Smith, in pratica una coralità di talenti che sotto l'attenta visione di Michael Mann prende vita propria senza essere solo un contorno narrativo funzionale. Un sontuosissimo biopic che di sicuro regala molto e fornisce tutte le chiavi narrative per non risultare una tipica esaltazione Hollywoodiana fine a sé stessa.