Elfo Scuro 9 / 10 22/06/2024 00:57:38 » Rispondi Una pellicola che nella sempre originale (e mutevole/mutante) filmografia di Cronenberg risulta essere specchio del futuro cambiamento stilistico avvenuto nel 2000, già verso la fine degli anni 80 con "Inseparabili" vengono piantati (ma anche fatti germogliare e fiorire) del cambiamento dalla body horror prettamente fisica/tecnologica a quella mentale/psicologica. Il regista nella sceneggiatura scritta assieme a Norman Snider, basata sul romanzo di Bari Wood e Jack Geasland, basata sul libro di Bari Wood & Jack Geasland (ispirato a sua volta dai fatti di cronaca riguardante la morte dei gemelli Marcus nel 1975 a New York), è un incubo toccante nel vero significato dei termini. Uno dei lavori più ispirati che toccano il tema dei gemelli siamesi, nei quali si mischiano in modo cupo la medicina, il sesso, la droga e indissolubilmente l'amore che lega e divide gli esseri umani. Due persone Inseparabili, legate geneticamente e mentalmente ma anche diverse dal punto caratteriale nonostante l'identità fisica che li rendi unici. La sceneggiatura saggiamente divide i gemelli all'occhio dello spettatore, senza dover giocare la carta del mischiarli per mere funzionalità di reama, essi si riconoscono sempre e sono definiti sin dai primi minuti e in questo vi è la genialità della narrazione che da un punto di divisione culmina nella totale e indiscriminata soluzione della loro uguaglianza in vita e morte. Uno non può stare senza l'altro e così viceversa, così come nell'amore che nel lavoro e nel sesso. La separazione dei gemelli è uguale alla loro morte senza soluzione di continuità, l'interpretazione doppia di Jeremy Irons aumenta il valore del girato in modo esponenziale tanto che sembra due persone diverse dallo stesso aspetto e l'aggiunta della variabile impersonata da Geneviève Bujold è altro materiale che approfondisce la caraterizzione dei personaggi, non male anche la prova di Heidi von Palleske, che è un altro perfetto esempio di musa tipica del cinema di Cronenberg. Il film ti entra sotto la pelle e nella mente in modo magistrale, la violenza è relativamente assente (solo qualche guizzo di body horror onirica e il resto è celato) se non quella che subiscono psicologicamente i personaggi, un vero orrore crescente e nascosto che si mostra nel decadentismo dei personaggi che lo vivono. Livello tecnico di alti livelli, i fedelissimi del regista qui presenti non si fanno mancare niente a livello creativo: Howard Shore alla colonna sonora, Denise Cronenberg ai costumi, Peter Suschitzky alla fotografia e Carol Spier alle scenografie sono altre tacche in più ad un lavoro unico che forse è tra i più riusciti del regista stesso, perché avanguardista e non convenzionale alla solita prassi del suo autore.