Mauro@Lanari 5½ / 10 29/06/2024 18:00:32 » Rispondi Ieri Roberto De Vita, dello studio penale DEVITALAW, ha pubblicato uno report dal titolo: "Il lavoro che uccide. La strage impunita" (https://www.devita.law/il-lavoro-che-uccide-la-strage-impunita). "Nel periodo 1983-2018 gl'omicidi riferibili alla criminalità organizzata, secondo dati Istat, sono stati 6.681; i morti sul lavoro (fonte Inail) sono stati oltre 55mila." Saviano nel 2006 e Garrone nel 2008 non se n'erano accorti? O è che la (micro)criminalità mafiosa ha maggior appeal mediatico, letterario, televisivo, cinematografico? E forse poiché la si attribuisce a qualcun altro, un ambiente malavitoso a noi estraneo, mentre nell'attività lavorativa siamo immersi e questo ci obbligherebbe a chiederci quale ruolo abbiamo in tale fenomeno, quanto ne siamo collusi? Non sia mai. Il film ha diverse scene ben congegnat'e dirette, per il dialetto esistono i sottotitoli, ma come denuncia sociale è vilmente depistante.