A memoria mia è uno dei Kaurismaki che ho apprezzato di meno, tuttavia, data l'alta qualità media della filmografia del regista, ritengo sia comunque un film più che sufficiente, sicuramente funziona bene a livello di soggetto, ammetto che mi sarei aspettato di più sulla carta, l'idea di mettere in scena una sorta di Amleto ambientato nella moderna società capitalistica con al centro le vicende aziendali è geniale, la realizzazione però non mi ha soddisfatto più di tanto, l'ho trovato un po' più blando rispetto alle altre opere del regista, meno affine alla sua componente stilistica, che qui non riesce ad emergere granché, anche a livello di emozioni, è un film che risulta freddo e ha poco della sfumature agrodolci di Kaurismaki, certo nella sua freddezza c'è anche una cinica rappresentazione del mondo contemporaneo, non rinunciando neanche del tutto alla sua componente ironico/grottesca, come si vede in diverse sequenze quando la situazione si fa più problematica, ma complice sia un ritmo non eccellente sia delle scelte abbastanza convenzionali tende non distinguersi.
Certo ci sono tante cose apprezzabili, il plot stesso di derivazione shakesperiana così come la scelta di sottrarre totalmente il pathos da un'opera che ne faceva uno dei suoi punti forti, lasciandoci lo sberleffo al capitalismo, la denuncia all'avidità umana, l'accesissima brama di potere e un gioco ad incastri tra un omicidio e l'altro, un tradimento e l'altro che appassiona anche discretamente, per non parlare dello splendido momento in cui Amleto parla col fantasma di suo padre che lo prende palesemente per idiota per non aver ancora capito il complotto alle sue spalle, grandioso.