Era il periodo di massimo splendore dei Coen, e "The big Lebowski" non fa altro che confermare la smagliante forma del duo, a posteriori diventato forse il loro film più iconico e un cult assoluto degli anni novanta ma anche della commedia nera postmoderna, splendido esempio di come gli autori si divertivano a giocare con i generi, reinventandoli totalmente, dando una visione del tutto personale con le loro caratteristiche scanzonate, grottesche, decadenti, ironiche e comunque mantenendo una forte componente di tensione e un intreccio di altissimo livello, alla fine penso che il focus principale dell'opera sia quello di voler realizzare un thriller, o film di mistero, o noir, quello che volete, totalmente atipico, giocando con i personaggi, riscrivendo i canoni dei generi tanto cari a loro, omaggiandoli e al tempo stesso edulcorandoli con una fervida ironia, che proprio in quest'opera diventa la componente preponderante, ed è così che ci regalano un protagonista incredibilmente iconico, il Drugo, una sorta di pacifista sessantottino che bada poco allo stile per la sua pigrizia, capace di andare a fare la spesa in vestaglia e noncurante di buona parte delle convenzioni sociali, appassionato di bowling assieme al suo socio, interpretato da un John Goodman in forma smagliante - parlando a livello recitativo - che caratterizza questo omaccione infantile, che fa continuamente una c4zzata dietro l'altra, incapace di affrontare una sconfitta, irascibile ma che si vede lontano un miglio ha bisogno di una mano amica che lo aiuti, ecco loro due formano una coppia straordinaria all'interno di questo plot che progressivamente si fa sempre più intricato, rappresentando l'antitesi degli antieroi noir o dei detective dal grande intuito a cui il cinema americano ci aveva abituato, la sceneggiatura è estremamente efficace a mostrare come il procedere degli eventi non sia segnato tanto dalle loro capacità o dalle loro azioni, quanto da una serie di avvenimenti casuali che li trascinano da una parte all'altra, volenti o nolenti, consapevoli o totalmente all'oscuro di quello che sta succedendo, ed è così che per colpa di un malinteso e di un tappeto "rovinato" Jeff Lebowski si caccia in questo guaio apparentemente molto più grande di lui, in un intreccio dai tratti incomprensibili in cui vi sono continui ribaltamenti e doppigiochi, ma i Coen sono abilissimi a non far perdere mai il filo allo spettatore, a deliziarlo con delle sequenze dal sganasciarsi dalle risate, complici gli splendidi personaggi che hanno creato e che rimangono marcati a fuoco nella mente dello spettatore, basti guardare i dialoghi, di altissimo livello, tra Lebowski e Walter in cui di tanto in tanto si inserisce anche il personaggio di Steve Buscemi, sempre a metà discorso senza sapere nulla del contesto e col continuo "shut up Donny!" di Walter e la faccia da cane bastonato di Buscemi che è impagabile, o ancora l'improvvisata consegna del presunto denaro con Walter che entra in gamba tesa e sembra cacciare entrambi nei guai, o ancora, forse una delle scene più belle del film, quando vanno dal ragazzino che credono abbia il malloppo e distruggono la macchina nuova che poi si rivela essere del vicino, momento meraviglioso, o anche la scena al bowling con la pistola e la "valle di lacrime" o in originale "world of pain" come la metti metti è comunque fantastica, o i momenti con Quintana, personaggione fantastico con i suoi balletti e il suo spagnolo sbiascicato.
E ancora, ce ne sono di personaggi meravigliosi, prendi Bunny che potrebbe rappresentare una sorta di femme fatale totalmente privata del suo fascino ammaliante, in cui il tipico rapporto torbido e seducente viene demolito dalla ninfomania di lei che viene subito dritta al punto, o il personaggio della Moore, femminista, artista, totalmente indipendente che si fa ingravidare dal Drugo perché così può crescere il figlio per i fatti suoi senza che a lui interessi qualcosa, ogni dettaglio è straordinario, anche il narratore che palesemente non si ricorda le parole è una forte ironia sul narratore esterno che si usa tanto nei thriller, insomma ogni elemento è curato alla perfezione, con anche diversi momenti lisergici che i Coen usano da intermezzo nel frattempo il Drugo si è fatto la sua cannina di routine.
L'ennesimo centro per i Coen, un cult assoluto all'altezza della fama che lo precede.