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NON E' UN PAESE PER VECCHI regia di Joel Coen, Ethan Coen

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stratoZ     8 / 10  05/07/2024 12:32:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Gran bel film dei Coen, uno dei loro più grandi successi di critica e pubblico, un film che definirei anche abbastanza atipico nella loro filmografia, privo di quell'ironia che li ha spesso contraddistinti, questa volta lasciano poco spazio allo humor e dirigono un film nerissimo, estremamente pessimista, senza speranza, lo stato d'animo dello spettatore a fine pellicola è rispecchiato da quello del personaggio dello sceriffo Bell, ormai totalmente disilluso, che ha mollato la presa, in una lotta tra bene e male che risulta essere impari, uno dei principali sottotesti di un film stratificato e criptico, nonostante un plot molto semplice.

Perché alla fine "No country for old men" è un thriller molto lineare, una caccia all'uomo dopo che questo ha trovato una valigetta con due milioni di dollari che per ovvi motivi non avrebbe dovuto prendere, ma la realizzazione, l'attenzione ai dettagli e i piccoli sottotesti danno un grosso valore al film, creando notevoli implicazioni di tipo morale e filosofico, grazie anche ad una serie di personaggi riuscitissimi, partendo da Bardem, che impersona questo killer, tale Chigurth, spietato, ieratico, dalla follia silenziosa, capace di tenere in tensione lo spettatore solo con lo sguardo, o addirittura solo con la presenza, sapere che Chigurth è nei paraggi è già un motivo di tensione, Bardem valorizza il personaggio con un'interpretazione di altissimo livello, poi pure premiata con l'oscar, rendendolo estremamente magnetico, bastano due sequenze, come la primissima in cui fa fuori l'uomo a cui ruba la macchina con la bombola d'ossigeno e il successivo dialogo col commesso al distributore di benzina, e già la tensione drammatica sale esponenzialmente, la sua perfetta freddezza, l'apparente mancanza di sentimenti, emotività, regole e convenzioni sociali, Chigurth non è neanche un personaggio umano, incarna il male più puro, gli piace giocare con la sorte, diventa quasi ineluttabile, la narrazione non ci spiega ne le sue origini ne le motivazioni alla base delle sue azioni, sappiamo solo che c'è, e prima o poi colpirà, l'esistenza di Chigurth è già motivo di terrore e rende il film tesissimo, la caccia all'uomo senza speranza.

Dall'altra parte, i caratteri si mitigano, Bell è l'essenza di quello che sarebbe il bene, la morale, l'etica, sta totalmente all'opposto di Chigurth, ma è praticamente impontente, non soltanto per una questione d'età, quanto di scrupoli, discende da una famiglia di sceriffi da diverse generazioni, vuole onorare il mestiere e restare sempre dentro ciò che è lecito, evitare spargimenti di sangue gratuiti, probabilmente la sua impotenza nei confronti degli eventi è data dal non scendere a compromessi.

E poi c'è l'essere umano, quello che sta nel mezzo, Moss, l'uomo di base onesto, ma in quanto essere umano non può essere non tentato da una valigetta con due milioni di dollari, e allora è lì che cede alla tentazione, al peccato, scatenando poi la sciagurata caccia all'uomo, dando vita a questo inseguimento a distanza, tramite un montaggio parallelo che sfrutta i tempi filmici in maniera straordinaria, riuscendo a centellinare la tensione in ogni sequenza, il giro che fa per i vari motel, le varie attraversate di frontiera, sembra un gioco strategico dall'esito già definito, a livello di simbolismo mi ha ricordato il gioco dall'esito già scontato del cavaliere Block con la morte nel classico di Bergman, il cavaliere è riuscito a prendere tempo, la morte, come qui il male, però è inevitabile per antonomasia.

E poi c'è la messa in scena dei Coen, dalle tendenze fredde e minimali, semplicemente inattaccabile, dall'ambientazione nel deserto del Texas, una terra selvaggia e polverosa, fotografata in maniera sublime, ma vogliamo parlare della luce dal basso della lampada ribaltata su Bardem dopo che ha fatto fuori tre persone al motel? Che gli da ancora di più un'aria maligna, quasi demoniaca, trovata espressiva geniale, arrivando alle interpretazioni dei singoli gestite meravigliosamente, di Bardem ho già parlato abbastanza, ma Tommy Lee Jones, con la sua saggezza e la sua bontà, specie nei minuti finali, è straordinario, i suoi monologhi e la sua disillusione verso un mondo allo sbaraglio, non che sia una sorpresa, è sempre stato un attorone, poi c'è pure Harrellson che fa se stesso, come in tutti i film, forse qui gigioneggia un po' di meno, ma insomma.

Thriller con i controfiocchi.