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VITA DA BOHEME regia di Aki Kaurismaki

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stratoZ     7½ / 10  11/07/2024 12:47:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Gran bel film di Kaurismaki che qui si concentra sulla figura dell'artista, con questa sua rappresentazione pessimistica che trasuda umanità, nel bene e nel male, con questi tre caratteri che si incontrano in circostanze abbastanza grottesche in una Parigi quasi irriconoscibile, lontana dai fari della bella vita a cui può spesso essere associata, è una storia di stenti e di passioni, di personalità genuine, di uomini vitali e lunatici, sognatori e dai tratti picareschi.

Così l'autore ci presenta il primo personaggio, uno scrittore che sta per essere sfrattato da casa, che deve ancora tre mesi di affitto arretrato al proprietario e viene accompagnato in banca, con lo scagnozzo per assicurarsi non scappi, ma lui riesce a modo suo a farla franca, fino all'incontro poi con il pittore alla taverna, dove dividono l'unica trota rimasta - trota bicefala, con praticamente due teste che sono la parte peggiore, sto ancora cercando di metabolizzare questo simbolismo, ma penso sia un po' per rappresentare la scarogna che c'hanno questi due, dato che è molto raro trovare una trota con due teste e quindi meno parte commestibile - e si ubriacano col vinello francese, così lo scrittore da ubriaco torna nella sua vecchia casa dalla quale ha scordato di essere stato sfrattato e incontra il musicista che adesso la occupa, però dentro ci sono ancora i mobili suoi, così i tre si uniranno e faranno amicizia. Le loro vite si intrecceranno, nascerà anche una bella amicizia fatta di alti e bassi, gioie e dolori che inevitabilmente la vita da boheme comporta, il progredire della sceneggiatura si occupa di scandagliare efficacemente la personalità dei personaggi, concentrandosi molto su Rodolfo, il pittore, e la sua storia d'amore con Mimì, che diventerà la sua futura moglie, interessante il loro rapporto, la voglia di Rodolfo di trattare l'amata come una principessa, evitandole lavori, ma incapace di provedere economicamente al suo benessere, il finale, probabilmente uno dei momenti più toccanti del film, fa emergere tutta l'umanità e l'emozionalità del personaggio, dilaniando anche lo spettatore, l'ho trovato estremamente poetico e toccante.

Anche il personaggio di Marcel, lo scrittore, ha un discreto approfondimento, mi è sembrato l'artista radicale, quello fermo sui propri principi, che ha donato totalmente la sua vita all'arte, pieno di passione al tal punto da trascurare i rapporti con le persone che gli stanno vicino, come si vede con la sottotrama riguardante la moglie, che andrà via senza causargli molto dolore perché ignorata, ma anche col duro rapporto con l'editore del giornale, che vuole una testata che venda di più, ritirando in ballo il tipico scontro tra la qualità e la fruibilità, Marcel non vuole scendere a compromessi, lui è un artista, non deve accontentare il pubblico, deve esprimere se stesso.

Tra un po' di dramma e un po' di grottesca ironia Kaurismaki ci regala un'altra pellicola dal sapore malinconico e vitale, una riflessione agrodolce sull'artista nel mondo contemporaneo e sulle difficoltà che comportano le proprie scelte, l'aderenza ai principi e la fedeltà all'arte stessa, col suo tipico stile asciutto e un po' freddino che però quando detona le emozioni non riesce non colpire, altro gran bel film del regista finlandese. E poi quanto è carino Baudelaire, il cagnolino.