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LA ZONA D'INTERESSE regia di Jonathan Glazer

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Mauro@Lanari     5 / 10  13/07/2024 02:41:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dal particolare all'universale: il processo induttivo è ritenuto un'imprescindibile conquista del pensiero umano, però Glazer è il primo autore ad applicarlo ad Auschwitz-Birkenau, nessun altro prima di lui s'era permesso d'usare o sfruttare l'Olocausto/Shoah come pretesto per denunciare qualcosa di più vasto, di più generale e generico: l'indifferenza antropica, la scotomizzazione cognitiva, la trascuratezza attentiva quale meccanismo di difesa e sopravvivenza, efficacissima strategia d'adattamento per garantirs'il "quieto vivere". "Critica borghese": perché mai? Non è un aspetto caratterizzante uno specifico sottogruppo socioeconomico. Tema logoro? Direi di sì. Argomento obbligatorio per qualsiasi sedicente intellettuale* anche se poi non c'è chi abbia saputo suggerire uno straccio di rimedio. Oltretutto, se l'attacco è sterile, l'unica reazione che suscita è quella del rigetto e si finisce spiaccicati da una martellata quant'il Grillo Parlante nel 4° capitolo del libro di Collodi. Il nostro regista lo sa benissimo, perciò cerca d'evitare questa sorte nascondendosi e celando il "j'accuse" sottotraccia, occultato dall'ingombrante storia della famiglia Höß, oggetto d'incondizionata catartica condanna. I Nazisti sono sempre gl'altri. N'è uscito fuori un film insostenibilmente ambiguo e intellettualmente disonesto, la villetta ricostruita dallo scenografo Chris Oddy è indistinguibile da un'odiern'abitazione con gusto vintage o rétro, dietro il giardino, al di là del muro, riemergente dalle acque del fiume ci potrebb'essere una qualunque nefandezza od oscenità a caso, esterna ed estranea alla "comfort zone" della "Interessengebiet", relegata cioè nella "zona di disinteresse" delle nostre (in)coscienze. A tort'o a ragione, i giudei** considerano il loro genocidio un unicum storico, era impossibile che non s'indignassero quando Glazer, nel discorso di ringraziamento a Oscar ricevuto, ha ammesso di non fare distinzioni con l'eccidio di Gaza. La banalità ipocrita d'un cineasta e del suo marketing.
Ps: non ci voleva molto a essere provocatori con un briciolo di maggior originalità. "Polvere siamo e polvere torneremo" (Genesi 3, 19: https://www.biblegateway.com/passage/?search=genesis+3%3A19&version=VULGATE;%20C.E.I.)? I forni crematori ne sono una versione accelerata.

*Last but not least: 2012, Piotta ft. Pierpaolo Capovilla (https://www.youtube.com/watch?v=Qlt9_h3vnjU; https://music.youtube.com/watch?v=jNuPjIVyJ9k; https://soundcloud.com/piotta-official/odio-gli-indifferenti-feat-p)
**Neppure la Treccani spiega perché solo in Italia si continua a chiamarli "ebrei": https://www.treccani.it/enciclopedia/giudaismo_(Enciclopedia-delle-scienze-sociali)
Mauro@Lanari  14/07/2024 10:04:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Aggiung'un rilievo circa la colonna sonora: m'ha ricordato "Gesang der Jünglinge im Feuerofen" di Stockhausen, composizione che dovrebb'e vorrebbe rielaborare il tema biblico del canto dei tre fanciulli nella fornace ardente, capitolo 3 del Libro di Daniele, intento rimasto sulla partitura cerebrale senza tradurs'in esperienza d'ascolto disturbante.