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SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA regia di Marco Bellocchio

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stratoZ     8 / 10  15/07/2024 12:52:30 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Splendido film di Bellocchio, nel pieno degli anni di piombo, in un clima di forte tensione politica tra la Democrazia Cristiana e le nuove forze, comuniste, anarchiche, militanti, sforna quest'opera basata sulla propaganda politica, sulla stampa e come sia asservita ad essa, sulla demagogia, l'artefazione della notizia a scopo politico, la più pura strumentalizzazione degli episodi di cronaca, un film assolutamente attuale ancora oggi, anzi penso oggi con i social questo fenomeno sia ancora più inflazionato. Profetico e diretto, logorante per lo spettatore.

Il film si concentra sul Giornale, quotidiano di destra con a capo Bizanti, che alla vigilia delle elezioni politiche trova il pretesto per incolpare dello stupro ed omicidio di una giovane studentessa un militante di sinistra, mandando un giornalista a ricostruire le tracce, ma soprattutto costruendo la vicenda ad hoc per strumentalizzarla a livello politico, la narrazione si concentra su come effettivamente la comunicazione venga distorta in base all'episodio, basti vedere l'articolo riguardante il lavoratore immigrato che si era suicidato a causa del licenziamento, manipolato in modo da non far venire scrupoli di coscienza al lettore e invece la drammaticità e sensazionalità dei titoli riguardanti il caso di omicidio per smuovere l'opinione pubblica contro i militanti di sinistra, da allora il film approfondisce il personaggio di Bizanti, mostrando la cattiva fede e la mancanza di etica professionale, è un redattore senza scrupoli, controllato da pezzi più grossi con i quali si accorda su come strumentalizzare la notizia, emblematico è il confronto con la moglie in cui comincia ad offenderla dopo che lei ha commentato biasimando l'anarchico, dandole della stupida, paragonandola ai suoi lettori, che considera un gregge non pensante in balia delle notizie e dell'influenza del giornale e dell'opinione pubblica, l'unico scrupolo durante la vicenda verrà al giornalista che sta indagando, che riporta in voga l'etica professionale, stroncata sul nascere dal redattore stesso, gli interessi politici che prevalgono e schiacciano il diritto di cronaca oggettivo e sopra le parti, una continua strumentalizzazione, anche dei casi più gravi come questo che riguarda l'omicidio della giovane studentessa, una stampa spietata che sfrutta ogni persona come una pedina, dalla compagna del militante, presa allo stomaco e colma di rabbia repressa, al bidello della scuola messo a tacere per mantenere la verità che fa più comodo, è un film nero, disilluso, mi ha trasmesso anche un po' di paranoia, con questa stampa onnipresente e ipnotizzante ma che va a braccetto con l'opinione del popolo conservatore, con i suoi dogmi e le sue influenze, basti vedere come promuovono la verginità della studentessa - che dovrebbe essere un valore aggiunto, come se l'atto possa diventare più grave perché era vergine - e una sorta di beatificazione verso la stessa per attirare l'ira del popolo verso quel polo politico.

Parlando del film è impossibile non menzionare Volonté e la sua ennesima straordinaria interpretazione, qui nel ruolo del redattore, viscido, arrivista, oscuro, ieratico, perfetto personaggio dell'alta borghesia che schifa le minoranze e rivendica una superiorità intellettuale, con un fastidioso rotacismo tipico del milanese ricco, come al solito Volonté è estremamente magnetico, si prende tutta la scena col suo carisma strabordante la cinicità del suo personaggio, Bellocchio impone una regia minimale, abbastanza grezza nella sua rappresentazione che non si perde in inutili fronzoli, includendo anche immagini di repertorio, riesce ad essere estremamente impattante e con una capacità di far riflettere unica.

Semplicemente una delle pietre miliari del cinema d'inchiesta italiano.