Mi è piaciuto molto questo film di Mubi, sebbene non sia originalissimo nelle intenzioni mi ha colpito nel profondo, la tematica della crescita, il delicato momento in cui si passa dall'essere ragazzini spensierati alla prospettiva di essere degli adulti responsabili, trattato con questa nostalgia e allo stesso tempo una spensieratezza consapevole, come a staccare la testa da ciò che verrà e godersi i momenti del presente, mi ha emozionato parecchio, perché si "Gasoline Rainbow" è un film che gioca tanto con le emozioni, in un modo o nell'altro mi ha ricordato alcuni passaggi e sensazioni che ho provato durante la mia formazione, i momenti del risveglio, restando per qualche minuto disorientato, cercando di capire dove ti trovi, ecco sono sensazioni dal forte sapore nostalgico, la visione di questi ragazzini con lo zaino che stanno sloggiando dal luogo della festa perché tutto è finito, a godersi l'ultimo spiraglio di quel posto che gli ha regalato quella bella esperienza, il grosso del film l'ho trovato basato su queste sensazioni, un po' suggerite, poco esplicitate, ma proprio per questo dal forte impatto emotivo, almeno su di me, o ancora la metafora della grande festa della fine del mondo verso la quale il gruppetto di ragazzini protagonisti arriva a provarne una sorta di devozione, cercando di raggiungerla a tutti i costi, sono esperienze da cui si passa, che mi hanno ricordato la gioventù, metafora delle grosse aspettative di un determinato evento - che può essere una festa stessa, ma anche tante altre tappe della vita - che spesso non vengono corrisposte, però la gioventù e la voglia di divertimento prevalgono e allora si festeggia anche senza la location, si improvvisa un festino attorno al fuoco ballando ubriachi, splendide sensazioni, il tutto però è intermezzato dalla consapevolezza di una futura crescita che farà passare oltre questi eventi, magari li metterà in secondo piano, nel percorso che fanno i protagonisti ci sono tanti altri bizzarri personaggi a consigliarli, alcuni più maturi di loro che son dovuti evadere dalla realtà familiare perché poco apprezzati, altri che ne approfitteranno, è un viaggio splendido fatto di fitte nostalgiche dove il dramma dell'essere restati senza mezzo di trasporto diventa un pretesto per continuare a stare insieme agli amici, si prende tutto quello che accade, perché alla fine è vita.
Poi tecnicamente l'ho trovato divino, fotografia da togliere il fiato, certe scene in notturna, certi tramonti visti dai paesaggi naturali dell'Oregon, sono splendidi, capaci di regalare dei momenti riflessivi, fermandosi un attimo a guardare la bellezza della natura, così come la colonna sonora, molto eterogenea, dalle schitarrate lisergiche ad un piano sincopato fino ad arrivare ad una sorta di funk etnico, spesso e volentieri invadente durante il viaggio, tra una conversazione e un'altra, durante uno sguardo al paesaggio dal finestrino mentre si è sovrappensiero. O ancora la regia, un po' grezzina, con diversi momenti in cui vi è l'uso di questa soggettiva sporca, a mostrare un punto di vista intradiegetico, che sia quello di un telefono o di un vetro, alternandola ai momenti di splendore dei paesaggi, un bel compromesso tra la bellezza formale e lo stile leggermente underground che va a braccetto con il gruppetto di personaggi, un po' outsider, che vogliono dimenticare per un po' i problemi della vita, così come le aspettative per il futuro.
Insomma, se non si fosse capito, mi è piaciuto molto, una splendida sorpresa in un 2023 che comunque ha regalato parecchie gioie.