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IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO regia di Lina Wertmuller

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stratoZ     6 / 10  19/07/2024 12:42:19 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Lontana dai fasti degli anni settanta, la Wertmuller realizza un film di compromesso, che comunque è una commedia a sfondo sociale simpatica in cui in piccola parte si vede ancora lo stile che l'aveva resa famosa, certo, in confronto all'inveire di Giannini i bambini di questo film tra un kitemmuort e un assoreta possono essere scambiati per i reali a Buckingam palace, non vi è più la caustica ironia grottesca delle sue opere più famose, però riesce comunque a sviluppare dei sottotesti interessanti con questo soggetto che racconta le avventure di un professore del nord che viene trasferito al sud in un paesino in provincia di Napoli, in un contesto pieno di microcriminalità, ma anche macro se vogliamo, dispersione scolastica e un'educazione all'etica carente, è qui che il professore funge da classico elemento di rottura e attirerà non solo l'antipatia dei bambini, quanto il cattivo occhio anche di istituzioni, organizzazioni criminali e collaboratori, da lì in poi il film prende un po' il mood di favoletta e mostra un professore determinato e con una grossa dose di coraggio che a modo suo si oppone a queste situazioni degradate cercando di riportare i bambini della sua classe sulla retta via, quella della scuola dell'obbligo, spesso abbandonata a favore del lavoro minorile, è così che si vengono anche ad instaurare dei rapporti speciali con alcuni alunni inizialmente riluttanti, descritti comunque con un'alta dose di melensità e retorica, in un gioco in cui anche il professore, dovrà per necessità peggiorare se stesso, per sopravvivere nel contesto degradato descritto.

Alla fine è una commedia sufficiente, più interessante nella prima parte nella sua descrizione del contesto di una difficile realtà rispetto alla seconda in cui calca molto la mano sui buoni sentimenti, meno efficace invece è la comicità, tipicamente puerile con questi ragazzini che ripetono un po' a pappagallo gli insulti degli adulti, ma probabilmente è concepito proprio per un pubblico molto giovane.