Altro complesso lavoro surrealista della Deren, opera coerente con la sua poetica fino a quel momento, presentando sempre una struttura circolare ed un montaggio abbastanza difficile da classificare, con sbalzi spaziali e temporali fuori da ogni logica di linearità, inizialmente si fa difficile da seguire proprio per questo sdoppiamento della protagonista, una sorta di entità venuta dal mare che si fa un giro sulla terra e vive più situazioni, dall'avventura tra la campagna a quel tavolo borghese pieno di gente in giacca e cravatta, fino ad arrivare a quella criptica casa rurale con un uomo in apparente stato di sonno profondo, credo, è un film che come le altre opere della Deren presenta parecchi simbolismi, da quello degli scacchi, al mare stesso, sembra vivere di dualismi, come quello tra la vita più selvaggia e quella civilizzata, così come quello tra il mare e la terra o ancora il dualismo rappresentativo tra uomo e donna, con dei personaggi maschili messi in scena sotto una luce non ideale, dallo stile onirico e con una regia abbastanza anticonvenzionale che privilegia i dettagli e i campi lunghi, lasciando poche volte le vie di mezzo.