"A bigger splash" lo trovo sulla linea qualitativa del resto della filmografia di Guadagnino, autore che trovo apprezzabile ma a cui manca spesso il guizzo per alzare la qualità, manca quell'originalità o quel colpo di genio che mi fa apprezzare di più il film, perché questo, come i film successivi che ho visto del regista, presenta una messa in scena di indubbia grazia, dalle splendide ambientazioni a Pantelleria, durante una florida estate tra i bagni in piscina, il mare cristallino e queste verandine rigogliose che fanno proprio quel mood mediterraneo, così come le colline suggestive dell'isola, delle interpretazioni di grande valore, basti guardare la Swinton che domina la scena non parlando quasi mai, catalizzando l'attenzione come oggetto del desiderio di un Fiennes pieno di rimpianti in un ruolo abbastanza inedito ma che se la cava molto bene, con la sua gelosia che prova in tutti modi a nascondere ma finirà per diventare eccessivamente invadente, di forte impatto l'ultimo confronto con Paul in cui si respira una tensione emotiva schiacciante prima del dramma, insomma sotto questi punti di vista non gli si può dire nulla, è anche un film gestito bene nei tempi, dilatato, che si culla un po' sugli allori, sembra non avere fretta, esattamente come una persona in vacanza, come lo sono i protagonisti, per poi impennare inevitabilmente nel finale, però oltre tutti questi begli aspetti mi è sembrato non riuscire ad andare oltre, mi è sembrato avere più un soggetto dettagliato che una sceneggiatura vera e propria, come se non fosse stata approfondita, le sensazioni si riducono alla rappresentazione dei sentimenti di possessione dell'ex compagno nei confronti di lei e del duro rapporto che si viene a creare col nuovo compagno di lei che inizialmente era considerato da lui come il migliore amico, tutto lì, interessante, ma è una solfa già abbastanza ripetuta, che non riesce mai a distinguersi particolarmente ne a catturare per bene l'emotività, riducendosi un un gioco a tre - che sembra piacere tanto a Guadagnino - abbastanza blando, un altro punto a sfavore sono i personaggi di contorno, dalla stessa Dakota Johnson, che non si capisce bene che ruolo abbia e sembra messa lì tanto per fare presenza, ai locali dell'isola che risultano essere delle macchiette, soprattutto Guzzanti nel ruolo del maresciallo che parla solo in siciliano praticamente e si chiama Carmelo, perché nel sud Italia si devono chiamare per forza tutti o Carmelo o Giuseppe o Salvatore.
Una bella confezione per un contenuto abbastanza deludente