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MAI DIRE MAI regia di Irvin Kershner

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Dom Cobb     4 / 10  26/07/2024 18:43:50 » Rispondi
Quando l'organizzazione criminale SPECTRE riesce a impadronirsi di due bombe atomiche e ricatta le potenze mondiali, il governo britannico decide di richiamare in servizio James Bond, l'agente 007, la cui investigazione lo porterà da Nassau a Montecarlo fino in Medio Oriente, sulle tracce dello spietato Maximilian Largo...
Le magagne che hanno caratterizzato la produzione dell'originale "Thunderball", col produttore Kevin McClory che si ritrova in possesso del soggetto originario e di tutto ciò che esso contiene, ha come risultato la produzione di un capitolo apocrifo di 007, al di fuori del regime Broccoli e della EON Productions. Il progetto vanta il ritorno del James Bond originario Sean Connery, in diretta competizione quell'anno con l'"Octopussy" di Roger Moore, e la presenza di un regista di grosso calibro come Irvin Kershner ("L'impero colpisce ancora"), grandi nomi che promettono scintille.
Ma si sa, non tutto è oro quel che luccica e quello che abbiamo di fronte è, senza alcun dubbio, il peggior film di Bond di tutti i tempi. Non è tanto l'ovvia assenza dei tipici elementi del franchise a pesare,


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quanto l'evidente carenza in tutti i reparti, da quello attoriale a quello tecnico. Per dirla in maniera semplice, questo è un film fatto male, in maniera incompetente e svogliata, che fin dai primi frame sfoggia un vibe "sbagliato" e fin dalla prima, disastrosa scena d'apertura mostra un livello di incompetenza dal quale non si riprende più.


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I cambiamenti rispetto alla formula EON sono attesi per chi sa a cosa va incontro, e non sarebbero di ostacolo se una trama solida, un senso di stile o eleganza, o quanto meno riuscite atmosfere da thriller d'azione o avventura in senso classico ovviassero a questa mancanza. Purtroppo però non è così: la sceneggiatura è scritta con i piedi, con dialoghi da terza elementare, bucata come un Emmenthaler, dove per tutto il tempo si ha la sensazione che succedano cose a caso senza una reale motivazione, ma solo allo scopo di ficcare i personaggi in uno specifico scenario "perché è così che funziona un film di Bond".


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Ben presto ci si lascia alle spalle qualsiasi pretesto di trama e tutto ciò che resta sono situazioni che vorrebbero essere surreali, comiche, tese o avventurose ma risultano solo ridicole nel peggior modo possibile, poco convincenti nella loro messinscena (sorprendentemente povera la fotografia del grande Douglas Slocombe, set a tratti troppo opulenti) e spesso anche prive di senso per quanto sono contorte;


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si parte per tali e tante tangenti inutili che persino il punto focale di tutta la storia, il furto delle bombe, si perde in tutta questa matassa.
I pochi tentativi di fare qualcosa di diverso dal solito, modernizzando la narrazione all'epoca d'uscita del film, porta inoltre a delle infelici scelte stilistiche che non fanno altro che accentuare il tono schizofrenico della pellicola, dove momenti seri sono involontariamente comici e momenti comici risultano solo strani e fuori posto.


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E come se non bastasse, poca azione girata senza guizzi ed effetti speciali mediocri uccidono qualunque speranza di un minimo di intrattenimento, dove a dare il colpo di grazia è l'abominevole colonna sonora jazz di Michel Legrand, con tanto di fastidiosa canzone tema: entrambi fanno desiderare che tutto il film fosse privo di musica pur di non aggravare ulteriormente le varie scene con quelle note inopportune e intrusive.


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Neanche il cast si salva: Connery fa quel che può e risulta la parte migliore del film, per certi versi anche più in forma di quanto non fosse una dozzina d'anni prima, ma gli altri attori sono o imbarazzanti o sprecati, a cominciare da un Klaus Maria Brandauer a dir poco spaesato, che cerca di dare a Largo un'aria da sadico acculturato con uno streak di humor nero ma risulta solo un idiota strambo.


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Barbara Carrera fa la pazza sciroccata e c'è perfino un cameo di Rowan Atkinson, che sembra aver sbagliato set e gigioneggia in maniera fastidiosa (fortuna che c'è poco). La cricca di Londra (M, Q, Moneypenny) danno tutti l'aria di impostori, in particolare l'antipaticissimo M di Edward Fox. Ma nessuno spreco è più grande del povero Max von Sydow, che appare per due minuti scarsi e tutto ciò che fa è stare seduto ad accarezzare un gatto mentre parla in maniera casuale di attentati e ritorsioni come se discutesse del bel tempo.
Potrebbe sorprendere vedere un film imbarazzante come questo nel curriculum di un regista come Kershner, ma è bene ricordare che dietro l'"Impero colpisce ancora" c'era la mano di George Lucas a guidare tutto l'ingranaggio; infatti a parte quello, la filmografia del regista americano risulta povera di titoli memorabili ("Occhi di Laura Mars", "Robocop 2", "Il ritorno dell'uomo chiamato Cavallo"). Di tutti quelli che ho visto, comunque, questo "Mai dire mai" è senza dubbio il peggiore.