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THE BIKERIDERS regia di Jeff Nichols

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Mauro@Lanari     5 / 10  11/08/2024 20:23:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non tutti sono F.F. Coppola che sui biker ha diretto un film come "Rumble Fish" (1983), in cui la vera sfida era, ed è ancora, contr'il Tempo (https://s3.amazonaws.com/static.rogerebert.com/uploads/review/primary_image/reviews/rumble-fish/EB19830826REVIEWS50826002AR.jpg). Girare nel 2023 un altro lungometraggio secondo la poetica di Kerouac ossia, citando alcuni titoli della colonna sonora, "Declaration of Independence" (Count Five), "Road Runner" (Bo Diddley) e "I Feel Free" (Cream), è una pratica nostalgicamente demodé e malinconicamente passatista. In quest'universo dov'esistono solo perdenti e il sentimento della sconfitta, non c'è neppure sviluppo narrativo anche se Nichols si prodiga per illudersi e illuderci del contrario, mentre la sua mitizzata epopea non è che l'anticamera del Midwest trumpiano dell'assalto a Capitol Hill. Un requiem che non si smarca dall'ambiguità del falso documentarismo.
Mauro@Lanari  11/08/2024 23:07:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"mentre le donne si stracciano letteralmente le mutante": fantastico.
Mauro@Lanari  12/08/2024 22:24:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Riveduto & corretto
Non tutti sono F.F. Coppola che sui biker ha diretto un film come "Rumble Fish" (1983) in cui la vera sfida era, ed è ancora, contr'il Tempo (https://s3.amazonaws.com/static.rogerebert.com/uploads/review/primary_image/reviews/rumble-fish/EB19830826REVIEWS50826002AR.jpg). Girare nel 2023 un altro lungometraggio secondo la poetica di Kerouac ossia, citando alcuni titoli della colonna sonora, "Declaration of Independence" (Count Five), "Road Runner" (Bo Diddley) e "I Feel Free" (Cream), è una pratica nostalgicamente démodé e malinconicamente passatista. In tal'universo dov'esistono solo perdenti e il sentimento della sconfitta, non c'è neppure sviluppo narrativo anche se Nichols si prodiga per illudersi e illuderci del contrario, mentre la sua mitizzata epopea non è che l'anticamera del Midwest trumpiano dell'assalto a Capitol Hill. Un requiem che non si smarca dall'ambiguità del falso documentarismo. Cineasta adorato a Cannes, film mazziato al box office: forse c'è ancora speranza?