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MOTHERS' INSTINCT regia di Benoît Delhomme

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Mauro@Lanari     4 / 10  14/08/2024 20:43:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Remake d'un'opera belga del 2018 a cui avevo dato 3 e ½ (http://www.filmscoop.it/commenti/default.asp?idFilm=44438&idCommento=1072557: "'Scene da un matrimonio siamese': thriller di famiglia alla Hitchcock che, volendo esplorare il fascino criminale della borghesia anni '60, s'ingolfa in una pandemia di personaggi dal comportamento psichiatrico e manicomiale"), potrei sbarazzarmi pure di quest'esordio registico sottolineando giusto la gara di botox fra le due primedonne che s'autoproducono. Invece il film mi fornisce il modo per rimarcare un punto essenziale: non ha più senso parlare d'amore tossico come se la storia delle idee si fosse bloccata al VI secolo del neoplatonismo agostiniano o al 1710 dei "Saggi di Teodicea" leibniziani. D'allora abbiamo acquisito ulteriori conoscenze, abbiamo imparato a distinguere il "bonum" dalla "gratia" anche per merito della teoria dei giochi, disponiamo di teorie esplicative completamente nuove che però non giungono a scrittori, romanzieri, sceneggiatori, ecc. Non s'aggiornano studiando i nuovi scenari spalancati da tali ricerche? Poi non si lamentino di non aver nulla d'originale da dire, mostrare, raccontare.
Mauro@Lanari  15/08/2024 13:05:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Riformulo ampliando
Remake d'un'opera belga del 2018 a cui avevo dato 3 e ½ (http://www.filmscoop.it/commenti/default.asp?idFilm=44438&idCommento=1072557: "'Scene da un matrimonio siamese': thriller di famiglia alla Hitchcock che, volendo esplorare il fascino criminale della borghesia anni '60, s'ingolfa in una pandemia di personaggi dal comportamento psichiatrico e manicomiale"), potrei sbarazzarmi pure di quest'esordio registico sottolineando giusto la gara di botox fra le due primedonne che s'autoproducono. Invece il film mi fornisce il modo per rimarcare un punto essenziale: non ha più senso parlare d'amore tossico come se nella storia delle idee l'analisi dell'agapelogia sia stata conclusa nel VI secolo del neoplatonismo agostiniano o con il "si Deus non est, unde bonum?" prima di Boezio ("De consolatione philosophiae", 524) e poi di Leibniz ("Saggi di Teodicea", 1710). D'allora abbiamo acquisito ulteriori conoscenze, abbiamo imparato a distinguere il "bonum" dalla "gratia" anche per merito della teoria dei giochi, disponiamo di nuovi modelli esplicativi che però non pervengono a scrittori, romanzieri, sceneggiatori, ecc. Non s'aggiornano studiando i nuovi scenari spalancati da tali ricerche? Poi non si lamentino di non aver nulla d'originale da dire, mostrare, raccontare.