Mi ha stupito questa produzione della A24, ho avuto sensazioni contrastanti durante il film, ma a visione completata l'ho sentito molto, non di facile classificazione, è una sorta di coming of age molto particolare, inquietante, paranoico, antisociale e con una componente stilistica che lo rende ipnotico e suggestivo, attualmente, specie con la A24, sono molto di tendenza questi film considerati incubi al neon, prettamente ambientati in notturna con queste luci invadenti che in questo caso hanno una sorta di funzione alienante. La storia parla di Owen, un ragazzino problematico, chiuso in se stesso, senza amici e con già evidenti problemi con le figure genitoriali fin da piccolo, che stringe amicizia con Maddy e viene invitato da lei a guardare lo show televisivo "The pink opaque" a casa sua, dato che Owen ancora ha l'orario in cui deve andare a letto, da qui nasce una strana amicizia che si protrae nel tempo, ma sembra non avere nessun legame oltre la lo show che guardano insieme, gli anni passano, Owen subisce traumi durante la sua formazione, la madre muore, rimane solo con un padre autoritario e si vede raramente con Maddy, solo per farsi dare le registrazioni dello show.
La seconda parte è quella in cui il film prende una dimensione ben più surreale, sebbene la prima fosse già alienante, con la sparizione di Maddy i successivi dieci anni mostrano Owen che ha iniziato una vita normale, lavorando come commesso al bar del cinema, creandosi successivamente anche una famiglia nella casa ereditata dai genitori, fin quando non ricompare Maddy a sostenere che gli eventi vissuti nello show televisivo fossero reali, pensando che loro stessi siano i personaggi in questione che in quell'episodio finale vengono seppelliti vivi, Maddy è tornata per salvare Owen che per farlo deve farsi seppellire vivo in modo da ricominciare dalla stagione successiva, scelta che Owen non farà, piuttosto tornerà a casa e non rivedrà mai più Maddy, vivendo una vita normale per il resto dei suoi giorni.
Il film gioca tanto col contrasto tra la realtà e l'illusione, non è originalissima la metafora della televisione così invadente e coinvolgente per i protagonisti, tanto da sembrare la realtà, ma è trattato in maniera particolare, con Owen, che a modo suo diventerà un adulto e dicendo addio a quella che era stata la sua passione più grande da ragazzino, anche uno dei suoi rifugi dalle sofferenze, finirà per condurre una vita mostrata come piatta e inconsistente, come si vede anche quando rivedrà alcune puntate dello show televisivo da grande e gli risulteranno noiose e infantili, Owen è cresciuto, ha perso l'entusiasmo per l'unica cosa che gli piaceva, ora la sua vita è ridotta tra casa e la sala giochi dove lavora, il tempo passa, esattamente come gli episodi dello show televisivo, Owen stesso sembra non accorgersene, gli anni diventano tutti uguali.
Schoenbrun dirige un film pessimista, un incubo ad occhi aperti dai tratti cyberpunk, con l'omologazione dell'essere umano al centro della tematica, dai ritmi dilatati, scelta che si sposa bene col contesto ipnotico dello show televisivo e della blanda realtà dei protagonisti, fotografato in una maniera estremamente suggestiva, tra le luci al neon violette della tv riflesse sui protagonisti alle riprese notturne di questi sobborghi americani, francamente stilisticamente è una ****ta, c'è pure una bella colonna sonora col solito synth che si sposa con questa tipologia di film, molto bellino.