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SIERRA CHARRIBA regia di Sam Peckinpah

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stratoZ     6 / 10  23/08/2024 18:56:00 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Intanto, volevo dire che mi fa abbastanza ridere la traduzione del titolo del film in italiano, nel senso, in originale si chiama col nome del protagonista "Major Dundee", nella versione italiana l'hanno tradotto col nome dell'antagonista "Sierra Charriba", va bene fate come vi pare.

Detto questo, il terzo western di Peckinpah non mi ha fatto impazzire, l'ho trovato appena sufficiente, è un film ancora molto ancorato ai modelli classici, anche un po' fuori tempo per rappresentare questi apache come i cattivoni peggiori e senza lasciare la minima possibilità di un loro punto di vista, più interessante è invece il plot riguardante il rapporto tra Dundee e Tyreen, con questa vecchia amicizia diventata poi una rivalità piena d'odio, anche a causa della guerra civile, che porterà inizialmente i due in grosso contrasto, quasi al punto che Dundee è intenzionato ad impiccare Tyreen e la sua banda, salvo poi ripensarci per creare un'allenza contro un nemico comune quale è il terribile Sierra Charriba. Da lì in poi diventa un viaggio tra il Texas e il messico in cui la squadra di Dundee affronterà parecchie difficoltà, da altri assalti dei nativi, fino alla carenza di provviste, arrivando a delle rivolte interne che porteranno Dundee al tracollo, lasciandosi andare ai fiumi dell'alcool e restituendo un'immagine di un maggiore della cavalleria statunitense come un essere umano con i suoi limiti e le sue debolezze, allo stesso tempo vi è un'esaltazione abbastanza faziosa della cavalleria stessa, come nel momento in cui arrivano al villaggio e trovano la popolazione in grossa difficoltà, inizialmente intenzionati a chiedere ulteriori approvvigionamenti, finiranno per dare i loro alla popolazione bisognosa, non mi ha fatto impazzire come scelta.

Tecnicamente discreto, non è ancora il Peckinpah ben più personale che vedremo quattro anni dopo e anche più avanti, ma vi sono delle discrete scene di combattimento come si può vedere nei confronti, sia iniziali che finali e una regia ad ampio respiro che può ricordare molto il western fordiano con queste scenografie mastodontiche inquadrate in campi lunghissimi molto adatte alle scene di massa riguardanti la cavalleria, un po' carente nel ritmo, ma compensa con una discreta caratterizzazione dei personaggi e mette in luce il contrasto tra l'idealismo di fondo e il pragmatismo che emerge quando la situazione si complica parecchio.

Sufficiente, ma il meglio stava per arrivare.