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LA BALLATA DI CABLE HOGUE regia di Sam Peckinpah

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stratoZ     7½ / 10  28/08/2024 12:55:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Peckinpah dopo aver raggiunto il massimo del cinismo in "The Wild Bunch" realizza un western crepuscolare dal mood più tranquillo, pieno di una forte autoironia nei confronti del genere stesso e allo stesso tempo con un'accentuata componente malinconica data dallo scorrere del tempo, che mostra il mondo del west diventare desueto e venire travolto dalla modernità, non è casuale il modo in cui muore il protagonista, forse una delle morti metaforiche per eccellenza, ma non è solo una morte fisica, quanto ideologica, di quello che rappresenta, l'automobile schiaccia il vecchio e selvaggio west, in cui un'oasi con una sorgente d'acqua in un punto strategico era meglio di aver trovato l'oro, ora non ci sono più i cavalli da abbeverare ma serve carburante per i nuovi mezzi, ci sta molto bene infatti il paragone spesso portato con "C'era una volta il west" di Leone, di cui questo film potrebbe essere il fratellino minore a cui piace divertirsi un po' di più, d'altronde condividono anche lo stesso attore protagonista, un attempato Robards nel ruolo di Cable Hogue che ha vissuto l'epoca del vecchio west e ora vede la modernità farsi spazio, è però uno sguardo comunque compiaciuto, colmo di ironia e con un mood scanzonato, pieno di personaggi decadenti, come si vede nel predicatore, che diventerà uno dei migliori amici di Cable, poco devoto alla fede e approfittatore delle donne in difficoltà, un bel depravato che predica e basta, di razzolare non ne parliamo, oppure la stessa Hildy, sinceramente innamorata di Clable ma che lo abbandonerà per andare alla ricerca di un uomo facoltoso in una grande città come San Francisco, lei sembra la prima ad aver intuito il cambiamento dei tempi, abbandonando le sperdute cittadine da dieci case nel bel mezzo del deserto, o ancora, i villain per eccellenza del film quali Taggard e Bowen, ex soci di Cable che lo abbandonano fin da subito nel bel mezzo del deserto senza acqua e lo ritradiranno successivamente quando scopriranno il suo successo grazie alla sorgente, loro sono forse il ritratto più decadente di uomini che ormai hanno perso tutto il valore e l'etica e sono privi di ogni qualsiasi scrupolo, non sono personaggi tanto lontani da quelli di "The Wild Bunch" ma qui Peckinpah li descrive con una scanzonata ironia, splendida è a tal proposito la scena in cui sono nel fossato a scavare per rubare le monete a Cable e lui li metterà in trappola, anche tirandogli i serpenti a sonagli che usa per fare i suoi stufati.

La regia di Peckinpah dona alla pellicola un discreto ritmo, capace di regalare diverse gag carine, cambiando totalmente lo stile rispetto all'estetizzazione che sarà poi il suo marchio di fabbrica, non ci sono più i rallenty come in "The Wild Bunch", anzi vengono sostituiti da scene velocizzate che danno un certo effetto comico, ma il regista sa dosare bene le sensazioni e alterna la comicità al melodramma, con anche un'ambigua storia d'amore tra Cable e Hildy e allo stesso tempo inserendo elementi da revenge movie, che sarebbe poi la base su cui parte il plot, con l'ossessione di Cable nei confronti dei due ex compagni che l'hanno abbandonato a morte - quasi - certa nel deserto, ossessione che però verrà mitigata dal tempo e dalla rinascita di Cable prima di quello che appare un definitivo passaggio di consegne tra il vecchio west e quello moderno, con una buona dose di malinconia di fondo.