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BOYS DON'T CRY regia di Kimberly Peirce

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stratoZ     7½ / 10  11/09/2024 13:12:13 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Grezzo e sentito ritratto della marcia provincia americana, ancora oggi "Boys don't cry" conserva un'attualità incredibile e allo stesso tempo si trascina un fascino tipicamente anni 90's con queste ambientazioni sporche e desolate del Nebraska tra casette nei container, pub degradati pieni di bestioni pronti a fare a botte e una countryside ancora chiusa nel suo piccolo mondo bigotto, è qui che si svolge la storia - abbastanza agghiacciante che sia una storia vera - di Teena Brandon, ragazza che si spaccia per un maschio e si fa chiamare Brandon Teena, abile nel sedurre le donne per la sua empatia e sensibilità, a cui capita però di cacciarsi spesso nei guai, come si vede fin dalle sequenze iniziali, avvertita più volte anche dal fratello dei rischi a cui va incontro, il momento cardine della vicenda è quando incontra Lana, ragazza di cui si innamora e con cui stringerà una relazione, con lei ancora inconsapevole della vera identità di Brandon, il problema però sarà John, ex ragazzo di Lana con precedenti penali e geloso della relazione tra i due, con un rapporto che si mantiene teso per una buona parte del film ma degenera in seguito all'arresto di Brandon, momento in cui spopola la notizia che in realtà è una donna.

Da quel momento è come una discesa nell'inferno, nonostante per Lana sembra non esserci alcun problema, si scatenerà l'ira di John e del suo amico Tom, con una serie di scene agghiaccianti, dalla forza emotiva devastante, tra molestie, stupr1 ed un drammatico finale che lascia totalmente con l'amaro in bocca, la regista non ci risparmia nulla, ricostruisce gli episodi in maniera cruda e pedante, lasciando nello spettatore un forte senso di rabbia, denunciando efficacemente l'omotransfobia, il bigottismo, la mentalità violenta della provincia americana con una messa in scena senza fronzoli, che punta dritto alla pancia dello spettatore che difficilmente riuscirà a digerire la potenza di queste scene.

Gran bel film, complice anche una splendida interpretazione della Swank in un ruolo abbastanza inusuale, ma vi è da fare un plauso anche a Sarsgaard per il suo personaggio meschino e spietato, capace di farsi odiare fin dall'inizio e di esplodere nel finale.
Molto carina anche la colonna sonora con vari pezzi tra il rock, il southern e il blues, con grupponi come i Lynyrd Skynyrd, Quicksilver messenger service e i Cure col famoso pezzo che ovviamente dà il titolo al film.