Discreto prodotto tedesco, che ha generato anche un buon seguito all'uscita con conseguente candidatura agli oscar, l'ho trovato un film di buon livello, forse pecca leggermente di originalità, è un film che segue i modelli di quel cinema socioantropologico prettamente centro-nord europeo, per dare un riferimento, qualcosa simile a Vinterberg, un po' di Von Trier - molto ma molto meno estremo - o anche Ostlund, con questa descrizione dell'ambiente scolastico in una situazione particolarmente problematica, quella dei furti, l'autore si occupa di mettere in evidenza le contraddizioni ma soprattutto le naturali reazioni dei personaggi di fronte a delle determinate accuse, dalla collaboratrice scolastica, praticamente colta in flagrante, al figlio di lei che avrà una forte ribellione, con allo stesso tempo la creazione di schieramenti da parte degli alunni, ma anche dei genitori e degli altri professori all'interno del contesto, furbo ma efficace l'espediente della registrazione, non del tutto lecita, operata dalla protagonista per risolvere il problema, che sposta un po' la lancetta di ragione e torto, mischiando le carte e dando più spunti di riflessione allo spettatore, alla fine, anche lei per risolvere un problema opera in un modo non consentito, dettaglio che nonostante una evidente buonafede può far sorgere qualche scrupolo etico.
Prettamente teatrale, molto dialogato e con relativamente poche ambientazioni, è un'opera di discreto impatto capace di coinvolgere lo spettatore a pieno, complice anche un'ottima interpretazione della protagonista, professoressa entrata da poco nella scuola e che sembra un elemento di rottura rispetto alla situazione di stallo che si era venuta a creare, non risparmiando anche scene dalla buona tensione emotiva, basti guardare i confronti tra la protagonista e la collaboratrice accusata, o ancora, la scena considerabile più "forte", la fuga del figlio col laptop della protagonista che finirà nel fiume, atto estremo di ribellione e insabbiamento, ma in ogni caso l'autore è abile nel continuare a porre domande senza dare delle risposte univoche.