"The Burning" è uno dei colleghi un po' messi in sordina dei vari "Friday the 13th", "Sleepaway camp" e compagnia bella - che ho scoperto essere tratto da una leggenda urbana della zona di New York, quella di Cropsey -, il classico slasher da campo estivo per intenderci, ed in effetti ne rispecchia fedelmente quasi tutti gli archetipi, a partire dalla premessa, con questo guardiano del campo, odiato dai ragazzi, che per uno scherzo finito male verrà bruciato vivo e si salverà miracolosamente tornando anni dopo per cercare vendetta, movente non tanto lontano dalla sete di vendetta di Pamela - e poi Jason - Vorhees ma anche di quella di Angela Baker.
Gli stessi caratteri dei ragazzini rientrano nel pieno dell'immaginario slasher, fondamentalmente sono carne da macello, messi lì con i loro intrugli adolescenziali, alle prime cotte, con gli ormoni fumanti, tra il ragazzino più impacciato a quello che pensa giorno e notte alla passera, il pretesto di andare a fare questa gita in canoa lontani dal campo estivo sarà quello che darà inizio al massacro, è una pellicola che comunque ci sta abbastanza ad ingranare, il primo omicidio si vede all'incirca poco dopo metà film, ma non risulta noioso, prima comunque ci sono bei momenti di suspense, basati sulla possibilità che il killer sia già in giro, lo spettatore lo sa già, i ragazzi sono ignari, venendosi a creare la solita suspense hitchcockiana, qui omaggiato esplicitamente dalla scena in cui un ragazzo di nome Alfred fa spaventare una delle ragazze mentre sta facendo la doccia, con inquadrature che possono ricordare la famosa scena.
In ogni caso, la componente gore è di buon livello e viene utilizzata spesso e volentieri, il regista non ci risparmia efferati omicidi con queste forbici enormi che infilzano, tagliano dita, teste e via dicendo, con l'utilizzo saltuario di jumpscare e l'assassino che non viene inquadrato quasi mai, con la camera che prende spesso la soggettiva dello stesso e una discreta quantità di sangue pronta ad esplodere così come i cadaveri che arriveranno a pioggia.
Tutto sommato discreto, lo metto in linea con quegli altri colleghi più famosi, ci sono anche nomi importanti tra la troupe, partendo dal grande Tom Savini a curare gli effetti speciali, già consacrato con Romero ad icona del genere, a Wakeman, storico tastierista degli Yes che realizza una buona colonna sonora a base di synth che rimanda molto a quei primi anni 80's, viene valorizzato da una suggestiva ambientazione, tipicamente nordamericana, tra laghetti e boschi, sia in diurna che in notturna con la classica scena dei ragazzi attorno al falò a raccontarsi le storie più spaventose.