Devo ammettere che un voto così basso è dato anche dai miei gusti, forse sono un po' severo, perché ahimè il soggetto in sé è di quelli che mi ispira per nulla, poi se devo essere onesto ammetto che Nichols ha fatto un buon lavoro, o meglio, è riuscito ad arginare bene i danni, perché il film per come è scritto sarebbe disastroso, retorico, banale e melenso, la classica produzione americana che non sta né in cielo ne in terra, con questa bella storiella dell'avvocato di successo che è un gran pezzo di m3rd4, che si accanisce coi più deboli per fare un po' di grana, che trascura la famiglia, che è odiato da tutti, collaboratori compresi e inservienti, che ad un certo punto dopo che gli sparano e viene come resettato si trasforma nell'uomo più buono del mondo, insomma è una roba abbastanza patetica, tipica favoletta americana buonista e anche abbastanza ipocrita - abbastanza comune negli anni 90's -, che non tollera sfumature tra le parti, livello di ipocrisia che raggiunge il suo picco quando porta la testimonianza che farà vincere il caso al signore che aveva battuto in tribunale precedentemente, una scena che mi è stata talmente sulle scatole che stavo facendo il tifo per l'ospedale e per lo studio legale anche se sarebbero gli infami del film, poi ci metti le varie ripercussioni familiari, dalla moglie che lo tradiva a lui che si viene a scoprire la tradiva pure, dalla figlia che prima non veniva calcolata a cui darà tutte le attenzioni del mondo, addirittura facendola ritirare da una scuola prestigiosissima perché ha fatto quattro capricci, insomma una grande e grossa paraculata, senza un minimo di approfondimento, un gioco a nascondere tutto sotto il tappeto senza effettivamente risolvere i problemi, francamente irritante.
Tuttavia, è un film che ha anche qualche aspetto positivo riguardante la messa in scena, d'altronde Nichols non è l'ultimo arrivato, anzi era stato proprio lui uno degli autori che durante la New Hollywood si era coraggiosamente messo a criticare la società americana e i suoi valori, qui è chiaramente in un periodo di crisi, lo vedremo anche dopo col blandissimo "Wolf", in cui si è un po' accasciato sugli allori dei film su commissione, ma il talento di fondo era rimasto, non si può dire che l'autore non sappia gestire i tempi, creare una discreta tensione emotiva e inserire anche qualche personaggio tutto sommato interessante, come può essere quello di Bradley, il fisioterapista di Henry con cui stringerà un grande rapporto d'amicizia ed è forse quell'elemento di rottura che sdrammatizza un po' la solenne melensità che il film si porta. Ford è sempre lui, non è mai stato un grande attore a mio parere, qui non è nemmeno pessimo, ma insomma non trasmette una grande empatia, ci sta benino quando ha perso la memoria e ha la faccia da pesce lesso che non ci sta capendo nulla, poi insomma.
Fondamentalmente è la versione al contrario dei film che ritengo un'occasione sprecata, è un soggetto pessimo con un regista capace che ha provato a limitare i danni, nel complesso lo ritengo semplicemente un film mediocre.