Un po' sopravvalutato, ma comunque è un film discreto, si salva per due motivi in particolare, il primo sono le interpretazioni, devo dire che Cruise l'ho trovato adattissimo nel ruolo dell'imprenditore che pensa solo al denaro, rancoroso nei confronti del padre, con la sua pazienza messa a durissima prova col fratello, che per buona parte del film vuole usare per arrivare all'eredità, certo, sicuramente è aiutato dall'interpretazione grandiosa di Dustin, che qui si becca il suo secondo meritato oscar, nel ruolo del fratello autistico, grandioso nei suoi momenti di crisi o di estrema concentrazione in cui si ricorda ogni dettaglio, senza mai eccedere, è un ruolo istrionico per antonomasia ma Dustin gestisce benissimo questo aspetto e riesce a non scadere mai nel macchiettismo, rimane sempre credibile, molto in bilico tra il genio e il bambino a cui mancano le basi, mette in scena una personalità fragile e delicata, bisognosa di compassione ma con un incredibile talento e concentrazione, sottolineando anche molto bene l'alienazione nei confronti del mondo esterno, e ne giova il film così come ne giova Cruise che tira su dei momenti in cui la chimica tra i due sembra funzionare alla grande.
L'altro aspetto che mi ha fatto apprezzare il film è il non prendersi eccessivamente sul serio, alla fine vi è una controparte comica della vicenda, che di per sé sarebbe un dramma familiare, che da un buon ritmo al film e soprattutto non lo fa stuccare eccessivamente, i vari siparietti che si vengono a creare tra la personalità spigliata e arrogante di Cruise e quella chiusa e sensibile di Hoffman riescono a creare un buon effetto comico, specie nella parte prettamente da road movie che si viene a creare, fin da quando Dustin non vuole prendere l'aereo, elencando ogni singoli incidente accaduto alla compagnia o ancora i dialoghi in macchina, quello riguardante le mutande da andare a ricomprare a Cincinnati è fantastico, con Cruise che va su tutte le furie, arrivando fino alla parte al casinò che è abbastanza esilarante nel complesso.
Poi c'è la parte drammatica che non mi fa impazzire, diciamo che vi è un cambiamento un po' troppo affrettato del personaggio di Cruise che passa dall'essere un cinico approfittatore attaccato al denaro a diventare il fratello affezionato che risulterebbe poco credibile, aspetto abbastanza prevedibile, quantomeno il finale non forza la mano sugli avvenimenti, lasciando anche un velo di empatia nel saluto prima di salire sul treno.
Discreto, probabilmente tra i migliori lavori di Levinson, regista che non adoro particolarmente, e qui è aiutato tanto da i due protagonisti che reggono benissimo la scena per oltre due ore, dando ritmo, creando empatia, facendo anche scappare qualche risata per il contrasto tra le due personalità che si viene continuamente a creare, poi oh, la dose di miele l'avevo già messa in preventivo, ma rimane molto godibile.