Gabe 182 7½ / 10 09/10/2024 17:34:06 » Rispondi Bellissimo film storico firmato Gianni Amelio. Campo di battaglia è un film d'ispirazione pacifista e antimilitarista. Fa da lente d'ingrandimento sulla guerra di un secolo fa per parlare delle atrocità di oggi, ai conflitti del nostro presente. Il film inizia con una pira di cadaveri di soldati e uno di loro, più fortunato, con un pungolo fa pressione sui corpi per vedere se qualcuno ancora reagisce e portarlo dove può essere curato. Essere rimessi in sesto più che guarirli, con lo scopo di rispedirli presto i prima linea, pronti per morire per la patria lungo le trincee. La narrativa si sposta in un ospedale militare non lontano dal fronte friulano. Qui troviamo tre amici di estrazione altoborghese, due medici e un'infermiera che con il loro approccio verso i soldati feriti e mala esprimono tre differenti morali. Il regista simpatizza per i soldati, anime semplici che parlavano un'altra lingua: i contadini del regno della italietta sabauda. Mentre morivano nelle trincee, i loro superiori proseguivano le loro cene e i loro calcoli strategici per conquistare pochi metri in mesi di massacri. Queste anime semplici stanche e stremate dal prolungarsi dei combattimenti reclamano il riposo, il cambio, essendo repressi con le decimazioni. Per questi soldati non era una guerra di popolo, ma una guerra dalle logiche di classe molto forti. Si fece ricorso al carcere e alle fucilazioni e decimazioni contro i renitenti. Sono questi, insieme a chi moriva in trincea, carne da macello. Sono calabresi, sardi, siciliani, pugliesi, friulani, veneti che occupano le corsie, spesso auto mutilandosi con la speranza di ritornare a casa , invece che all'appuntamento con la morte. Diverse migliaia di loro furono condannati a morte o all'ergastolo, con la sola colpa di voler vivere. Il film colpisce duro, l'angoscia e la sofferenza sono percepibili come la disperata ricerca di cura e di protezione contro una pandemia che inesorabilmente riporta ad avvenimenti maledettamente recenti. Ma ciò che mi ha toccato nel profondo, è stata la consapevolezza della cecità umana, di quanto il potere e l'arroganza riescano ad offuscare le menti e a prevaricare sul senso di giustizia e di pace. Declinati nel passato e, purtroppo, nel presente.