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QUATTRO NOTTI DI UN SOGNATORE regia di Robert Bresson

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stratoZ     8 / 10  16/10/2024 13:04:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Splendido film di Bresson che prende spunto da "Le notti bianche" di Dostoevskij, e realizza un film sentimentale amaro e asciutto, come da suo stile, puntando molto forte sulla caratterizzazione dei personaggi, specialmente mi ha stupito tanto e creato un sacco di empatia il personaggio di lui, Jacques, giovane pittore molto introverso, che trascorre una pallida quotidianità dipingendo e ascoltando musica, interpretato splendidamente da questo giovane attore sconosciuto che però caratterizza benissimo il personaggio con un linguaggio del corpo curatissimo, chiuso, titubante, quel tipo di persona che pensa troppo ed ha tante insicurezze, leggermente ingobbito, poco eloquente, una persona che ha difficoltà ad aprirsi, lascia parlare la gestualità, una sera salverà Marthe, una giovane donna, dal suicidio, tentato per una delusione d'amore dopo essere stata lasciata dall'uomo che amava, da lì in poi i due faranno conoscienza, Jacques si innamorerà perdutamente di Marthe e nelle successive notti in cui si incontrano cercherà di farle capire i suoi sentimenti e rimane con la speranza che lei vada oltre la passata relazione con quell'uomo che l'ha abbandonata e dia un'opportunità a lui, è un film sull'amore non ricambiato, quello sussurrato di un soggetto che non riesce ad esprimere bene i sentimenti, che mostra tramite gesti di cura il suo interesse, un amore sperato fino all'ultimo, estramamente volubile con lo stato d'animo che può essere incendiato o spento semplicemente dai gesti e dalle scelte dell'amata.

Bresson ci regala sequenze di grande spessore emotivo, in una città - presumibilmente Parigi - buia in cui i due spesso si ritrovano a passeggiare e chiaccherare per conoscersi fino in fondo, Jacques sperimenterà un progressivo attaccamento, Marthe troverà una spalla su cui piangere l'amor perduto, la speranza del protagonista è che questo rapporto prima o poi possa cambiare e che lui stesso diventi l'amato di Marthe, anche se la sceneggiatura, come tipicamente accade nelle opere di Bresson, lascia poco scampo alla positività e realizza uno dei suoi classici finali spezzacuore ricacciando Jacques nella sua solitudine dopo aver assistito da spettatore quasi passivo, inerme, al ritorno di fiamma che nessuno sperava accadesse.

Stilisticamente Bresson regala qualche sorpresa, addirittura ricorre all'utilizzo del flashback, cosa molto inusuale nella sua filmografia, per narrare il passato dei due personaggi principali e contestualizzare gli eventi che accadono e le scelte di entrambi, splendidi i momenti in cui Jacques incontra nuove donne che lo degnano a malapena di uno sguardo e lui in tutta la sua timidezza si infatua, così come i momenti di spensieratezza di Marthe col suo amato prima dell'abbandono, per il resto l'autore ci regala il suo solito ermetismo fatto di dialoghi efficaci e dei confronti molto basati sulle espressioni psicosomatiche, oltre a qualche sequenza musicale, pure queste abbastanza rare nel suo cinema, che sembrano fare da intermezzo tra un dialogo e l'altro e accompagnano i due personaggi nel loro girovagare per la città.

Ennesimo grande film di Bresson che applica la sua poetica al film sentimentale - già era venuto a contatto col genere con Perfidia ma anche Pickpocket ha diversi elementi al riguardo, qui però siamo abbastanza lontani da entrambi - con risultati notevolissimi, riuscendo ancora una volta a fare una grande breccia nelle emozioni dello spettatore.