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IL DIAVOLO PROBABILMENTE regia di Robert Bresson

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stratoZ     8 / 10  18/10/2024 12:40:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Altro splendido film di Bresson che qui si avviava verso la fine della carriera, era già bello attempato e in questo, più che nelle sue opere del passato, emerge prepotentemente il nichilismo che lo contraddistingue, realizza un film nerissimo, senza speranza, se qualche anno prima in "Quattro notti di un sognatore" gli argini della Senna dove passeggiavano i protagonisti rappresentavano un contesto un minimo speranzoso, con Jacques che pendeva dalla bocca dell'amata, qui invece la stessa ambientazione prende una valenza estremamente pessimista, diventando il luogo dove passeggia il protagonista meditando il suicidio, viene più volte mostrato il fiume, torbido, come i mali dell'umanità, al quale il protagonista spara più volte, senza scalfirli minimamente, splendida e disperata metafora che l'autore applica in larga scala ai problemi globali, ad una società che va sempre di più a rotoli, mangiata dal capitalismo e dall'estremo consumismo, verso il quale questo gruppo di studenti e attivisti non può fare più nulla, è un film sulla disillusione, sulla caduta di tutti gli ideali in voga al tempo, dalle rivolte studentesche alla rivoluzione ecologica, ancora oggi attualissimo.

Crudissimo nella rappresentazione, freddo e spietato, Bresson non risparmia allo spettatore le immagini documentaristiche di un mondo che va a rotoli, in cui le multinazionali inquinano per un po' di profitto e i cuccioli di foca vengono ammazzati crudelmente, nessuna forma di rispetto verso la natura né gli esseri viventi, ma l'aspetto più amaro è l'impotenza del singolo, inerme perché circondato da persone che pensano solo ai propri interessi, anche chi dovrebbe aiutarlo, guardare la figura dello psicologo che sta lì a fare quattro domande e si prende i suoi duecento franchi, o gli stessi compagni militanti, causando anche ribellioni esagerate, non solo l'atto finale di disperazione, anche il depredare i salvadanai delle offerte in chiesa, come attacco contro un'istituzione che ormai fa solamente i suoi interessi e che sembra ormai inclusa nel pacchetto di disillusione proposto dal regista.

Bresson dirige col suo solito rigore, freddo e criptico con una recitazione quasi neutrale, evitando l'azione, sottraendo totalmente il pathos, riuscendo a creare anche un certo senso di apatia che quasi lascia indifferente lo spettatore riguardo la morte del protagonista, come probabilmente lo è il mondo nel suo insieme, una notizia sul giornale oggi, domani non fregherà più nulla a nessuno.