Buon film di Nichols, che racconta la storia vera di Karen Silkwood, attivista e sindacalista durante gli anni settanta che si è battuta per la sicurezza sul luogo di lavoro, con al centro la questione delle radiazioni subite dai lavoratori delle centrali nucleari, è un film di forte denuncia al capitalismo e al sistema, Nichols mostra un mondo dove tutto è sottomesso al di0 denaro, partendo dai vertici dell'azienda, arrivando fino agli stessi lavoratori che si scontrano con la stessa Karen pensando gli stia mettendo i bastoni fra le ruote, rischiando di farli rimanere senza lavoro, nonostante si stesse battendo per la tutela della loro salute.
Nichols crea una splendida ambientazione che nella sua suggestività trasmette un forte senso di solitudine e ingiustizia sociale, ambientato in luoghi proletari, tra le casette della provincia americana e questi impianti nucleari, descrive personaggi soli, dalla stessa protagonista con un passato burrascoso, con un matrimonio fallito per colpa di droga e alcool, che andrà verso la redenzione motivata dalla vita sindacale e dal battersi per la tutela della salute dei lavoratori, Meryl Streep come al solito è fantastica nel suo caratterizzare il personaggio, mostrando una crescita progressiva e una presa di consapevolezza che si fa sempre più evidente, senza mai esagerare, ma insomma non è certo una novità per Meryl sfoderare interpretazioni del genere.
Molto interessante anche il personaggio di Dolly, interpretato da Cher, coinquilina della protagonista, omosessuale e innamorata di lei, ancora più sola all'interno del contesto anche per via del suo orientamento sessuale, che la fa vedere come una matta dalla chiusura mentale degli altri personaggi, spesso descritti come superficiali e un po' arretrati, potrebbe rientrare tra questi anche il personaggio di Kurt Russell, che sarebbe il nuovo compagno di Karen, che in un certo senso la biasima e la disincentiva nella sua lotta sindacale, pensando stia perdendo tempo e non credendo in lei, è una componente che fa emergere più che altro la solidarietà femminile .
Nichols crea una messa in scena niente male, si prende il suo tempo e riesce a dare una consistente empatia, complici anche le grandi interpretazioni a sostegno, alcune sequenze hanno una certa poeticità, come il nero finale accompagnato dalle note di "Amazing grace" che lascia un forte amaro in bocca.