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MEGALOPOLIS regia di Francis Ford Coppola

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Invia una mail all'autore del commento williamdollace     4 / 10  19/10/2024 20:52:35 » Rispondi
Non è questione di difesa od offesa, Megalopolis, cantiere non puntuale in New Rome, "impero nell'età della decadenza" (Verlaine), scostante, utopia cinematografica, anti-distopia, occhio visuale sci-fi, ventre dell'architetto e nell'architetto, cuore-poesia sconclusionante, urbanista delle emozioni Francis Ford Coppola. Figlio di Catalina, Francis, caso testamento, e testamento cinematografico, colossale solo nelle premesse, nulla a che vedere con un Empire che sappiamo, assalto alla Capitol Hill da causali che capiremo solo poi, , frecce all'arco per un Clodio trasformato in farsa, ma dicevo capiremo solo poi, vivendo, guardando, si fa per dire, forme, di incidenti narrativi, citazioni continue e scene da b-movie, ridicolaggini, dialoghi da casistica in frantumi, narrazioni interrotte in-edite, coiti indecifrabili di passera, sprazzi di poesia, di amore posticcio e pasticcio di un uomo ossessionato dal futuro che vive nel passato (Coppola) che dirige un uomo tormentato dal passato-presente che sogna un grande futuro. Cesar Catalina e Francis Ford Coppola, testamento e figlio (Francis) nel film cinematograficamente, figlio e quindi futuro, quindi colui che rimane, ciò che rimane, testamento, e Cinema, ciò che vuole che rimanga a noi posteri del cinematografo e del suo modo di concepire la sua settima arte. Un sogno lungo una (vita).