Dom Cobb 5 / 10 23/10/2024 18:19:20 » Rispondi In un tempo e un luogo indeterminati, un robot di uso domestico si ritrova perso su un'isola disabitata in seguito a un naufragio; dopo essersi adattato al nuovo ambiente e imparare la lingua degli animali che ci vivono, adotta un'ochetta appena uscita dall'uovo: dovrà crescerla e insegnarle a nuotare e volare... Be'... che peccato. Ci speravo proprio, dopo la fiumana di lodi che si è beccato, di trovarmi davanti a un capolavoro; invece quello che viene descritto come uno dei film d'animazione migliori, più originali e unici degli ultimi anni si è rivelato il più convenzionale e standard da un bel po' di tempo a questa parte. L'ultima cosa che mi aspettavo di dire al riguardo è "occasione sprecata" o "delusione". La premessa ci sarebbe anche e il primo teaser prometteva faville: un robot perso nella natura selvaggia che finisce per "evolvere" al di là della sua programmazione per crescere un'ochetta appena uscita dall'uovo. I presupposti per un film quieto, riflessivo e pregno di tematiche interessanti, pur rimanendo nell'ambito di film per famiglie, ci sono tutti. E in effetti, dal punto di vista puramente tecnico, questo "The Wild Robot" si difende benissimo: l'animazione è stupenda, con una resa pittorica che lo rende una gioia per gli occhi e radicalmente diverso dallo standard popolarizzato e ancora in uso dai colossi Disney/Pixar. Alcune riprese somigliano a degli sgargianti quadri da appendere al muro, con un utilizzo di luci, colori e contrasti sbalorditivi. E la colonna sonora ha pure i suoi momenti, anche se a volte è un po' troppo enfatica. Ma per il resto, ci si riduce all'esempio più rappresentativo del tipico film d'animazione hollywoodiano dei giorni nostri: ritmo frenetico, inseguimenti e sequenze slapstick a uso e consumo dei piccini ogni trenta secondi anche quando non servono,
Nel giro di otto minuti, il robot Roz è naufragata sull'isola, ha già perlustrato i dintorni, ha già preso contatto con la fauna locale, imparato la loro lingua, è già stata d'aiuto, ha affrontato un orso e un'orda di procioni e si è già imbattuta nell'uovo di oca. In OTTO MINUTI.
una sarabanda di personaggi-macchiette di contorno il cui unico scopo è far ridere, senza però avere uno straccio di personalità e dialoghi che sono la fiera del cliché e delle ovvietà, perché non sia mai che il pubblico ci arrivi da solo su cosa parla il film. No, bisogna spiattellarglielo in faccia a più riprese.
Emblematico l'incontro con la madre opossum con tanto di piccoli, che in men che non si dica si mette a fare un discorso su quanto sia difficile ma soddisfacente fare il genitore, con frasi da biscotto della fortuna e senza alcuna sottigliezza. O altre figure che invece appaiono per una o due scene, dicono massimo una o due battute e poi spariscono, come l'orso o il falco: quest'ultimo dovrebbe avere un ruolo importantissimo nella formazione dell'oca, invece il suo contributo viene relegato a un rapidissimo montage di scene fin troppo brevi. Insomma, perché scomodarsi se tanto c'hai anche il personaggio dell'oca capostormo più vecchia che avrebbe potuto assolvere lo stesso compito? E in generale, perché scomodare delle star del calibro di Ving Rhames o Mark Hamill se dicono solo una o due battute in tuto il film?
I rapporti fra i personaggi si riducono a scenette sviluppate in fretta e furia, dissolvenze e rapidi montage (se va bene), forse per compensare una sovrabbondanza di trama di cui proprio non si sentiva il bisogno. Il fulcro della vicenda (crescere l'ochetta, insegnarle a nuotare e volare) si risolve in meno di un'ora e i restanti quaranta minuti sembrano far parte di un film del tutto diverso e decisamente peggiore. Sottotrame introdotte in precedenza vengono lasciate perdere a metà strada
L'oca ormai adulta non riesce a integrarsi fra i suoi simili, che lo deridono per essere stato cresciuto dal "mostro", come viene dimostrato durante il suo primo tentativo di nuotare. Due scene più tardi se ne sono già scordati tutti e lui si guadagna il rispetto di tutto lo stormo addirittura off-screen.
altre vengono introdotte e risolte nel giro di mezzo minuto
C'è una scena totalmente gratuita in cui Roz accoglie tutti gli animali della foresta nella sua "tana" e questi ultimi si vedono costretti ad andare d'accordo durante l'inverno: dopo tutto l'ambaradan per mostrarci quanto la natura sia crudele e quanto tutti accettino di buon grado la situazione da "cane mangia cane" in cui vivono, i problemi di convivenza vengono risolti nel giro di un minuto grazie a un patetico discorsetto che si riduce a "Vi prego, volemose bene perché sto per spegnermi".
e ovviamente c'è anche spazio per un inutile villain dell'ultimo momento, con climax d'azione fra raggi laser ed esplosioni e risoluzione finale forzatissima e smaccatamente buonista.
L'escamotage dei robot che vengono a riportare Roz a casa, anche con la forza in quanto loro proprietà, funzionerebbe anche, ma avviene così in fretta e furia da risultare fuori posto e ancora una volta la sceneggiatura è un obbrobrio di battute da film standard per bambini piccolissimi e cliché a iosa. A questo punto, tanto valeva limitarsi a narrare unicamente la storia di Roz e l'oca, fino al punto in cui quest'ultima migra a sud con i suoi simili e lasciare il finale aperto, ambiguo o comunque dolceamaro.
Insomma, un'opera dal grande potenziale instupidita a uso e consumo di un pubblico da asilo; è come se il film non credesse nella semplicità della sua premessa e dunque cercasse di compensare affastellando scene slapstick (non divertenti, aggiungerei), action e sottotrame una sopra l'altra, tutto nel disperato tentativo di non perdere le attenzioni del pubblico più giovane. Direi che mi sorprende, ma dopotutto Chris Sanders ha anche diretto roba mediocre come "I Croods" e quella bizzarra versione de "Il richiamo della foresta" con i cani in CGI e questo "Il robot selvaggio" ci si allinea perfettamente. E in effetti il trucco funziona, per i bambini infatti questo film potrebbe andare bene come un qualsiasi prodotto Illumination, un'accozzaglia di suoni e azioni che però non significano niente. Se questo è uno dei migliori film d'animazione degli ultimi decenni, io sono Walt Disney.