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IL ROBOT SELVAGGIO regia di Chris Sanders

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Dom Cobb     5 / 10  23/10/2024 18:19:20 » Rispondi
In un tempo e un luogo indeterminati, un robot di uso domestico si ritrova perso su un'isola disabitata in seguito a un naufragio; dopo essersi adattato al nuovo ambiente e imparare la lingua degli animali che ci vivono, adotta un'ochetta appena uscita dall'uovo: dovrà crescerla e insegnarle a nuotare e volare...
Be'... che peccato.
Ci speravo proprio, dopo la fiumana di lodi che si è beccato, di trovarmi davanti a un capolavoro; invece quello che viene descritto come uno dei film d'animazione migliori, più originali e unici degli ultimi anni si è rivelato il più convenzionale e standard da un bel po' di tempo a questa parte. L'ultima cosa che mi aspettavo di dire al riguardo è "occasione sprecata" o "delusione".
La premessa ci sarebbe anche e il primo teaser prometteva faville: un robot perso nella natura selvaggia che finisce per "evolvere" al di là della sua programmazione per crescere un'ochetta appena uscita dall'uovo. I presupposti per un film quieto, riflessivo e pregno di tematiche interessanti, pur rimanendo nell'ambito di film per famiglie, ci sono tutti.
E in effetti, dal punto di vista puramente tecnico, questo "The Wild Robot" si difende benissimo: l'animazione è stupenda, con una resa pittorica che lo rende una gioia per gli occhi e radicalmente diverso dallo standard popolarizzato e ancora in uso dai colossi Disney/Pixar. Alcune riprese somigliano a degli sgargianti quadri da appendere al muro, con un utilizzo di luci, colori e contrasti sbalorditivi. E la colonna sonora ha pure i suoi momenti, anche se a volte è un po' troppo enfatica.
Ma per il resto, ci si riduce all'esempio più rappresentativo del tipico film d'animazione hollywoodiano dei giorni nostri: ritmo frenetico, inseguimenti e sequenze slapstick a uso e consumo dei piccini ogni trenta secondi anche quando non servono,


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una sarabanda di personaggi-macchiette di contorno il cui unico scopo è far ridere, senza però avere uno straccio di personalità e dialoghi che sono la fiera del cliché e delle ovvietà, perché non sia mai che il pubblico ci arrivi da solo su cosa parla il film. No, bisogna spiattellarglielo in faccia a più riprese.


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I rapporti fra i personaggi si riducono a scenette sviluppate in fretta e furia, dissolvenze e rapidi montage (se va bene), forse per compensare una sovrabbondanza di trama di cui proprio non si sentiva il bisogno. Il fulcro della vicenda (crescere l'ochetta, insegnarle a nuotare e volare) si risolve in meno di un'ora e i restanti quaranta minuti sembrano far parte di un film del tutto diverso e decisamente peggiore. Sottotrame introdotte in precedenza vengono lasciate perdere a metà strada


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altre vengono introdotte e risolte nel giro di mezzo minuto


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e ovviamente c'è anche spazio per un inutile villain dell'ultimo momento, con climax d'azione fra raggi laser ed esplosioni e risoluzione finale forzatissima e smaccatamente buonista.


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Insomma, un'opera dal grande potenziale instupidita a uso e consumo di un pubblico da asilo; è come se il film non credesse nella semplicità della sua premessa e dunque cercasse di compensare affastellando scene slapstick (non divertenti, aggiungerei), action e sottotrame una sopra l'altra, tutto nel disperato tentativo di non perdere le attenzioni del pubblico più giovane.
Direi che mi sorprende, ma dopotutto Chris Sanders ha anche diretto roba mediocre come "I Croods" e quella bizzarra versione de "Il richiamo della foresta" con i cani in CGI e questo "Il robot selvaggio" ci si allinea perfettamente. E in effetti il trucco funziona, per i bambini infatti questo film potrebbe andare bene come un qualsiasi prodotto Illumination, un'accozzaglia di suoni e azioni che però non significano niente.
Se questo è uno dei migliori film d'animazione degli ultimi decenni, io sono Walt Disney.