williamdollace 8 / 10 27/10/2024 17:18:11 » Rispondi Fremont è la zona della Bay Area americana dove vive l'afgana Donya, ex traduttrice dell'esercito statunitense in Afghanistan. Lavora in una fabbrica di proprietà cinese che produce biscotti della fortuna, e si ritrova a scrivere i biglietti nei biscotti, piccole bottiglie indirizzate al mondo di nessuno, con un messaggio. Soffre di insonnia, vive sola in un motel, vede poche persone e inizia ad andare dallo psichiatra per avere dei sonniferi, le cose che sappiamo di lei, e ciò che la fa piangere o sorridere lo sappiamo soltanto attraverso la conversazione periodica con il vicino di motel, lo psichiatra, l'oste che le prepara la cena o la collega di biscotti. Bakak Jalali iraniano-britannico filma un microcosmo delicato, fatto di inquadrature ferme che indugiano sui volti sui gesti e ne indagano i segni, alla ricerca di un pensiero conscio. Il senso di colpa, la solitudine, la scoperta, la voglia disperata di sognare di nuovo dove la memoria e il passato sono fardelli. Ma lo spostamento, il movimento saranno il motivo per scoperte prossime, l'estraneo, la sottrazione del dialogo, la poesia dello sguardo, fanno di questo lungometraggio un piccolo gioiello da assaporare con pazienza e risolutezza, come le anime che vivono dentro Donya, che esce da ogni stereotipo per darsi e consegnarci una possibilità, proprio come fanno i suoi biglietti con le persone: realismo magico, caffè, cervi e confessioni.