Splendido film di Kaneto Shindo, autore che avevo già apprezzato molto per "Onibaba", qui ci propone una storia horror con degli splendidi risvolti, fortissima emotivamente, dalla rabbia che sfocia nella pura vendetta ad una storia d'amore straziante, raccontando di queste due donne che vivono in un boschetto di bambù, madre e moglie di Gintoki, da poco partito per la guerra, che vengono violentate e uccise da un gruppo di samurai, da qui tramite un gatto nero, torneranno come spettri per prendersi la loro vendetta sui samurai.
Stilisticamente straordinario, è un film con un'atmosfera rarefatta, spesso sospesa tra realtà e illusione, aiutata dalla splendida scenografia della spettrale foresta di bambù, con la sua nebbia persistente e una luce che non riesce ad illuminare tutto creando uno sfondo oscuro, con la regia di Shindo che valorizza la componente surreale, con la comparsa delle inquietanti figure delle due donne che abborderanno i samurai di passaggio di lì per consumare la loro vendetta, straordinarie le sequenze degli omicidi, la prima è un capolavoro di suspense con dei tempi che si dilatano tantissimo, uno splendido uso del sonoro che approfitta dell'assoluto silenzio della casetta sperduta nel mezzo del bosco di bambù per accrescere efficacemente la componente ansiogena, così come sono straordinarie le comparse delle due donne spettro, spesso che sputano dal nulla, coi loro vetusti vestiti lunghi a coprire le gambe a dare come la sensazione di fluttuare, Shindo per una buona prima parte crea un'atmosfera spettrale e rarefatta straordinaria, a metà tra la ghost story più suggestiva e il folk horror nipponico.
La seconda parte, col ritorno di Gintoki, la sua nomina a samurai per aver fatto fuori uno dei principali nemici dell'esercito e col compito assegnatogli di trovare e uccidere il mostro che ha fatto fuori i samurai, diventa parecchio più drammatica, con l'uomo che incontrerà queste due donne uguali alla moglie e alla madre non capacitandosene, il rapporto ovviamente si evolverà, ma il destino è spesso crudele, lo spettro della moglie cercherà di passare più tempo possibile col marito, rompendo il patto di dover uccidere tutti i samurai e dopo sette notti verrà condannata agli inferi, dilaniante la sequenza in cui Gintoki torna nel bosco e non la trova più, così come si accende particolarmente nel finale nello scontro in cui il samurai sembra non riconoscere più sua madre, in quanto la scambia per un demone che ha preso le sue sembianze.
Dal bianco e nero elegantissimo, capace di creare una forte luce volumetrica che riesce ad essere anche ben diffusa, è un film estremamente suggestivo, che passa da una prima parte di orrore e vendetta ad una seconda emotivamente straziante, semplicemente stupendo, grandissimo Kaneto Shindo.