Buon film di Ferroni, che ricorda tantissimo il secondo episodio de "I tre volti della paura" di Bava, ed in effetti è tratto dallo stesso romanzo, è un film affascinante nelle atmosfere, con questa casa in mezzo al bosco ormai rimasta isolata perché tutte le persone del luogo sono fuggite per via di queste creature, i Wurdalac, creando la classica tensione provocata dallo stare in un posto isolato senza capire bene cosa stia succedendo, è un film che ci sta abbastanza ad ingranare, nella parte centrale magari presenta qualche problema di ritmo dato forse dall'eccessivo dilatare allo scopo di creare la tensione, approfondendo comunque per benino le dinamiche interpersonali e i timori della famiglia, che sembra anche parecchio omertosa nei confronti del fenomeno, non soltanto per paura quanto perché sembrano rassegnati al fatto che le persone di città, come l'uomo che rimasto in panne con l'auto andrà a chiedergli aiuto, possano crederli pazzi e superstiziosi.
Affascinante l'ambientazione boschiva, prettamente autunnale, così come gli interni di questa casetta rurale, muri in pietra, tecnologia assente, arredamento rustico, classiche caratteristiche delle ambientazioni dell'horror gotico, che qui si mischia al folklore popolare, mettendo in mezzo anche la storia d'amore tra il protagonista e Zendka, una delle figlie appartenenti alla famiglia del bosco, raggiungendo anche puntii di climax dopo il tipico gioco di tensione e sospetti in cui non si capisce mai realmente chi sia diventato un Wurdalac e chi sia rimasto sano, che culminerà nella drammaticissima scena finale che Ferroni sceglie di riproporre, analogamente allo straziante finale de "Il mulino delle donne di pietra" che risulta essere una delle scene migliori del film, in una spirale di paura e paranoia che ha risucchiato la mente del protagonista e l'ha reso incapace di discernere.
Discreto sotto il punto di vista realizzativo, il gore si difende bene con qualche effettuccio speciale casareccio, tra i vari Wurdalac che si decompongono in brevissimo tempo e qualche scena sanguinolenta qua e là, carina la fotografia, che alterna tinte calde nelle scene diurne in un bosco ingiallito dalla stagione e la fredda notte popolata da creature bianche come la neve, tutto sommato niente male.