Elfo Scuro 8½ / 10 07/11/2024 00:44:58 » Rispondi I samurai da rapina di John Frankenheimer. Esiste un concetto ideale in una carriera artistica di un regista, che può essere definito come "un colpo di coda" alla fine della propria carriera, tolti i successivi lavori (il buon "Reindeer Games", uscito due anni dopo) questa penultima pellicola del grande Frankenheimer può essere definita come tale, sotto ogni aspetto (qualitativo e di successo tra pubblico e critica). Il buon John comprime due successi degli anni 90 per quello che riguarda il tema di rapina mano armata in un film solo, in particolare "Heat" di Mann e "Reservoir Dogs" di Tarantino, e aggiunge un comparto di regia per quello che riguarda gli inseguimenti in macchina (fatti in presa diretta, gran lavoro degli stunt e del montaggio di Tony Gibbs) che non fanno nessuna invidia ad un blockbuster come "Terminator 2" di James Cameron. Allo stile di regia va comunque aggiunto il piglio di una sceneggiatura accattivante scritta da J.D. Zeik e dal solito David Mamet (qui sotto pseudonimo), che mischia sapientemente tratti di vari generi che vanno dallo spionistico fino a quello action in modo uniforme, immancabile il tratto senza pietà per il realismo dei personaggi. Aggiungiamo poi al cast una coppia protagonista come DeNiro e Reno il gioco è fatto, il carisma è già apparecchiato sul tavolo a cui fanno da condimento l'apporto di caratteristi niente male come la bella (e bionda) Natascha McElhone, passando anche per nomi come Stellan Skarsgård, Sean Bean, Michael Lonsdale e Jonathan Pryce. Il tocco orientale del paragone/metafora con la leggenda dei 47 Ronin cade a pennello e non è una forzatura, anzi marca ancora di più il valore di questa masterclass che risulta essere il film.