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PAURA NELLA CITTA' DEI MORTI VIVENTI regia di Lucio Fulci

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stratoZ     7½ / 10  09/11/2024 13:10:58 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Primo episodio della trilogia della morte di Fulci, è un horror molto bello, allucinato, cruentissimo, con una componente splatter esagerata che shocka lo spettatore, un film proprio cattivo e spaventoso che non ha paura di mostrare sequenza crudissime, una componente gore che assieme all'atmosfera sospesa crea una paura pazzesca, Fulci in formissima regala una sequenza dopo l'altra azzeccatissima inserendoci anche un po' della sua critica sociale.

La trama è relativamente semplice, parla di questo paesino costruito sulle rovine di Salem, dove ai tempi furono bruciate le streghe, nel quale un prete si impicca e da ciò inizia l'invasione di questi spiriti maligni che risvegliano i morti e causano paura e distruzione, nel frattempo una medium a New York ha una visione, muore temporaneamente e poco dopo essere stata seppellita torna in vita e viene salvata da un giornalista sulle tracce del caso che la aiuterà a scoprire dove si trova la città e capire meglio cosa sta accadendo, nel frattempo nel luogo accadono cruentissimi omicidi dei quali viene data la colpa a Bob, un ragazzo del paese un po' emarginato - da qui la critica di Fulci alla mentalità ristretta del paesino, come aveva già fatto in ambito thriller in "Non si sevizia un paperino" -

Grandioso nella messa in scena, come detto è pieno di scene cruente, forse una delle morti più belle ed originali che mi sia capitato di vedere è quella della ragazza che incontra il prete a cui iniziano a sanguinare gli occhi - momento poi ripreso da Tarantino che evidentemente è un grande ammiratore di Fulci ma soprattutto di questa pellicola - e poi inizia a vomitare tutte le interiora, o ancora le varie morti in cui vengono strizzati i cervelli, o la morte stessa di Bob, messo nel tornio, o trapano che sia, e che gli viene infilato in testa, momento cruentissimo, cattivissimo e in cui Fulci non nasconde niente, anzi si diverte a mostrare, con dei buoni effetti speciali per l'epoca, poi c'è tutta l'atmosfera sospesa, di morte e mistero che crea il regista, con questo paesino ormai circondato dalla nebbia, molte sequenze sono diurne ma la luce del sole non riesce ad arrivare praticamente mai, la foschia invade la scena, la fotografia tende sui toni freddi, quasi grigi, come in una dimensione a metà tra la realtà e il mondo dei morti, il tutto è accompagnato da una splendida colonna sonora di Frizzi, tendente al rock progressivo con l'organo e il synth preponderanti, piena di suoni sinistri, grandiosa.

Il regista mantiene anche un forte livello di tensione e realizza scene estremamente ansiogene, ovviamente non si può non citare il risveglio della protagonista quando è stata appena seppellita - altro momento citato da Tarantino in una scena famosissima di Kill Bill - che trasmette un'incredibile claustrofobia, oltre ad essere registicamente e fotograficamente impeccabile, splendido quel primo piano appena illuminato nel buio della bara.

Nel complesso è un horror splendido, un piccolo cult dello splatter italiano, ma anche capace di coinvolgere e allucinare lo spettatore con atmosfere estremamente suggestive, gran film.