antoeboli 6½ / 10 12/11/2024 12:11:33 » Rispondi Con Shyamalan non sai mai cosa aspettarti, quindi pretendi il guizzo del cineasta geniale e folle, ma che alle volte riesce a fare cilecca come fu per me con The Visit ormai un bel pò di tempo fa. Negli ultimi anni aveva indovinato alcuni lavori, specialmente Old e Split con alla base dei soggetti molto interessanti. Questo Trap, recuperato solo adesso, di cui non ho visto alcun trailer, ne mi ero documentato su cosa fosse. Sapevo solo che è stato molto divisivo in fatto di critica, tra chi lo trova un pessimo lavoro del regista, e chi lo ha trovato un progetto riuscito. Un pò di trama: il film è ambientato all'interno di quello che è un palazzetto dello sport negli Usa, in cui sta per iniziare un concerto di una grande star, tale Lady Raven, intepretata per davvero da una cantante e per lo piu dalla figlia del regista, Selika Shyamalan. All'interno facciamo la conoscenza dei protagonisti, questo duo composto da padre e figlia, intepretati rispettivamente da Josh Hartnett e la giovanissima Ariel Donoghue, anche loro a vedere esibirsi la cantante. Ma tutto d'un tratto arriverà l'fbi a circondare l'edificio e controllare i presenti, visto che secondo loro tra tutti quei padri di famiglia e quelle bambine si nasconde un serial killer. Da qui non voglio dirvi nulla se non che sotto il lato recitativo e cura per la regia e la messa in scena, il film è fatto bene, specie le parti del concerto sotto l'aspetto fotografico risultano molto buone. I vari siparietti come i dialoghi con quel campo e contro campo con i visi in primo piano che avviene piu volte. Ti da quel senso di oppressione di essere come un topo in una trappola orchestrata per bene. Le musiche di Saleka sono orecchiabili, la si può definire come una Taylor Swift immaginaria, tanto che mi da l'idea che il padre abbia voluto promuovere il suo disco, che si intitola proprio Lady Raven (casualità?) La suspence e la tensione è ben definita, i personaggi anche secondari risultano interessanti, peccato che nella seconda parte il film muta, divenendo come una costola a parte dello stesso progetto. Una costola difettata, a cui la scrittura prende un infarto, tirandoci addosso delle situazioni che vanno velocemente degenerando in un via vai di cose no sense, in cui entra in gioco proprio il personaggio di Saleka. Ancora una volta, sembra che sia stato fatto di proposito solo per lasciare grosso spazio a quella che è la figlia del regista. Mi ha ricordato molto la serie Dexter, dove D.Morgan cercava di fregare chi gli dava la caccia, usando ogni tipo di escamotage. Una tiritera lunga 40 minuti, per poi arrivare al finale dei piu banali, che viene spesso impiegato da tanti sceneggiatori senza piu' idee.