Vero che la sceneggiatura penalizza un po' l'opera con qualche mischione di troppo nella parte centrale in cui non si capisce bene dove voglia andare a parare, tra zombie, vampiri, maniaci e via dicendo, l'ho trovata comunque un'opera affascinante nella sua messa in scena seppur non essendo originalissima, con i dovuti debiti a Bava e compari per quanto riguarda l'ambientazione gotica e la bella fotografia pervasa di un blu notte molto pop e delle luci al neon rosse che ogni tanto fanno capolino, narra la vicenda di questa giovane ragazza, simbolo di purezza e bontà e la sua contrapposizione alla malefica sorella, Lemora, in un'avventura che prende toni sempre più morbosi e cupi, creando anche un discreto climax di tensione nella parte finale, nonostante Blackburn non sia un vero e proprio regista, ha avuto qualche bella trovata, mi viene in mente la sequenza quando la protagonista incontra la vecchia inquietantissima appena fuori dalla casa, o i momenti in cui viene ricercata dai seguaci di Lemora con quella torcia isolata in mezzo al buio, dall'immensa suggestione.
La macrotematica principale sarebbe quella di bene e male, qui molto contrapposti, col secondo che tenta continuamente di corrompere il bene, rappresentato dalla giovane protagonista costantemente in abiti bianchi e dal viso angelico, con anche derive abbastanza morbose che mostrano una velata sessualità di fondo.
Nel complesso è un lavoro sufficiente, a metà tra l'horror gotico e il fantasy di matrice dark, forse deficita leggermente nel gore, il sangue c'è ma è molto tirato, però compensa con le belle ambientazioni, specie questa casetta rustica nel piccolo paesino ha un fascino impagabile e assieme alla tetra colonna sonora fatta dei suoni sinistri e acuti dell'organo trasportano bene lo spettatore in un mondo misterioso e spettrale.