JohnRambo 7 / 10 13/11/2024 18:56:55 » Rispondi Negare che questo film sia un prodotto autoriale è impossibile. Lo stile di Paolo Sorrentino, già apprezzato da me specialmente in "Youth", "E' stata la mano di dio" e, un po' meno, in "La grande bellezza" è palese in ogni fotogramma.
Pensavo di incontrare una sorta di "Malena" in chiave campana. Un po' ci avevo azzeccato, ma l'unica possibile analogia è tra le splendide protagoniste delle due opere, una Monica Bellucci all'apice della sua statuaria e incantevole figura, e una Celeste Dalla Porta (che nome!) giovanissima sirena incantatrice dalla voce sensuale e dal corpo sinuoso, irto d'insidie per chi lo contempla.
Il film ha una molteplicità di sfaccettature e chiavi di lettura. Il centro, la bellezza e la giovinezza sfavillante della protagonista, che accende il desiderio in chiunque la incontri, nello stesso tempo restia a concedersi ma anche insolente nel modo di interloquire, va un po' a braccetto con la Napoli piena di energia seduttiva per gli occhi e la mente, ma insolente e stu**ata dalla malavita e dal suo stesso popolo inconsapevole, che si becca una rampogna epica per bocca di Luisa Ranieri, nel film una sorta di "Sofia Loren" malridotta. Il film può anche essere visto come una sorta di "Povere creature", meno interessante sul piano della storia ma molto più incisivo sul piano del "viaggio" della protagonista, attraverso le mille maschere della commedia dell'arte che Sorrentino sapientemente allinea con il suo solito stile tra il serio ed il grottesco, tutte potentemente napoletane. L'unica eccezione è la figura di Silvio Orlando, un personaggio cesellato a meraviglia dalla scrittura e dall'attore, personaggio chiave in questo "viaggio" ma che chi leggerà lo spoiler troverà a malapena citato. Scopritelo andando a vedere il film. I momenti di "grande bellezza" sono pochissimi, contrariamente al titolo omonimo, perché Sorrentino si concentra sugli elementi negativi, a stimolare il ribrezzo e la ribellione di chi osserva quel che osserva Partenope, accorgendosi che senza il suo magnifico corpo in movimento ed il suono della sua voce nessuna "bellezza" potrebbe restare.
La bellissima Partenope, che Sorrentino fa nascere tramite un parto compiuto sulla costa tirrenica, ai piedi della sontuosa villa genitoriale, è oggetto degli sguardi e dei desideri di chiunque incontri. Lei lo sa e non esita a tenere un atteggiamento costantemente seduttivo verso tutti, incluso il fratello maggiore per il quale nutre un'attrazione a dir poco incestuosa. Il ragazzo, omosessuale irrisolto, si uccide dopo aver consumato una probabile notte di sesso con lei e con il di lei fidanzato. Il fatto tragico segna tutta la famiglia di Partenope, in particolare la madre, che incolpa lei della morte del figlio, mentre il padre finisce con il sognare che la figlia gli dia un nipote per "recuperare". La ragazza, già mezzo sbandata dall'inizio del film, finisce col perdere ogni riferimento con la realtà andando con chiunque, da uno scrittore pure lui omosessuale, ad una sorta di insegnante di recitazione fallita (interpretata dalla bocca di Isabella Rossellini), ad un malavitoso incontrato ad una festa che le mostra i bassifondi di Napoli, densi di un'inaudita povertà e degrado. Questo viene esplicitamente mostrato con un atto sessuale consumato in piena vista dalla comunità delle famiglie malavitose padrone del vicinato. Partenope resta perfino incinta del malavitoso, ma segretamente abortisce. L'esperienza la fa riemergere dalla trance e riprende a studiare all'università, laureandosi con pieni voti e venendo invitata dal relatore ad assisterlo durante gli esami di una materia, l'antropologia, che sembra non capire. Molto presto però è di nuovo preda di una passione sensuale e finisce alla mercé di un astuto arcivescovo, responsabile delle reliquie di San Gennaro. Completamente nuda e vestita solo di sacre reliquie, fa l'amore in una sorta di palazzo vescovile con l'alto prelato, l'unico a saperle leggere l'anima, che ad un occhio più attento null'altro è che non l'incarnazione del Diavolo in persona. Dissoltosi così com'era apparso, Partenope accetta il posto di ricercatrice offertole a Trento per il tramite del suo relatore, dalla quale partirà solo una volta per rientrare a Napoli e godersi il periodo dello scudetto, ormai vecchia e piena di rimpianti, e senza avere mai conosciuto l'Amore.