Non vado matto per Saverio Costanzo, questo film fa poca eccezione, di base non sarebbe malaccio ma fondamentalmente non mi ha fatto strappare i capelli, l'ho trovato un'opera quasi sufficiente che si perde un po' troppo nella narrazione rispetto a quanto abbia effettivamente da dire, oltre questo, penso sia poco originale, riproponendo la tematica dei cosiddetti retroscena, per essere più precisi, mostrando il mondo dello spettacolo, in questo caso quello dietro al cinema dei colossi hollywoodiani che giravano a cinecittà nel suo lato più oscuro, tramite gli occhi di una giovane donna di umili origini, è così che dopo una lunga introduzione fatta di casualità abbastanza rilevanti, Mimosa viene presa come comparsa su richiesta di Josephine Esperanto, diva hollywoodiana protagonista di questo colossal sull'antico Egitto, che ne era rimasta affascinata solo incrociandola nel corridoio, da qui nascerà una sorta di amicizia, se vogliamo, con Josephine che convincerà Mimosa a venire a cena con lei e il resto degli attori suoi amici e poi andare ad un party, nonostante Mimosa debba tornare a casa perché ha una cena con la famiglia e una sorta di promesso sposo - qui viene sottolineata molto la tematica delle imposizioni familiari, un matrimonio quasi concordato, che entra in contrasto con la voglia di libertà e autodeterminazione della protagonista, anche il personaggio della madre, iperprotettiva, probabilmente è una critica a questo ambiente familiare pedante che cerca di tarpare le ali alla figlia -
La realtà però è ben diversa dalle apparenze, quello che può sembrare un sogno per Mimosa, di cenare e fare una festa con le stelle del cinema, presto cambia volto e mostra un ambiente particolarmente morboso, malato e fatto di personalità eccentriche che mostrano tutti i lati negativi, la stessa Josephine, inizialmente simpatizzante con Mimosa, diventerà scontrosa e invidiosa appena la protagonista le toglierà un po' di attenzione, cercando di umiliarla pubblicamente, o ancora vi sarà un uomo ricco e potente che ci proverà con Mimosa in maniera quasi coercitiva dall'alto delle sue conoscenze e della sua influenza, fino ad arrivare al giovane attore da cui Mimosa è attratta che se ne approfitterà per una notte e poi sparirà, insomma vi è una rappresentazione quasi grottesca se vogliamo dei retroscena di un ambiente considerato facoltoso ma oscuro una volta lontano dai riflettori, la scena emblema del film è quella sul finale quando la protagonista arriva in camera di Josephine, dopo che quest'ultima si era struccata e tolta la parrucca, e che scappa e si copre il viso appena nota la ragazza, l'apparenza che cozza con l'essere, ma personalmente l'ho trovato un film un po' troppo biasimante, che non approfondisce granché i problemi che possono esserci alla base dei comportamenti di queste star, eccessivamente divisivo tra Mimosa, la ragazza del popolo che col suo sguardo mostra questa realtà e le star nella loro ubriachezza di vanità tra piaceri carnali e qualche droga di troppo.